L’Adiconsum Sardegna ha presentato di recente un esposto per tutelare i sottoscrittori di buoni fruttiferi postali. L’Antitrust ha quindi aperto istruttoria nei confronti di Poste Italiane per possibile fattispecie di “pratiche commerciali scorrette”. A darne notizia è proprio l’Adiconsum Sardegna che nei mesi scorsi ha presentato all’Autorità una segnalazione. Ciò a seguito di tante denunce ricevute da risparmiatori sardi. Ma quali sono i problemi e dove avrebbe sbagliato Poste?
Buoni fruttiferi postali: l’Antitrust apre istruttoria nei confronti di Poste Italiane
La denuncia effettuata dall’Associazione a difesa dei consumatori e l’istruttoria avviata dall’Antitrust hanno come tema centrale le poche informazioni fornite da Poste sulla scadenza dei buoni fruttiferi postali.
Per Giorgio Vargiu, presidente di Adiconsum Sardegna, l’istruttoria avviata dall’Antitrust è un passo importante per centinaia di risparmiatori. Parliamo di quelli che si erano rivolti all’Associazione denunciando di aver perso denaro per la prescrizioni dei titoli. Il presidente ha aggiunto che se l’Antitrust accerterà delle irregolarità, allora l’Associazione intenterà causa contro Poste Italiane affinché i propri assistiti abbiano la possibilità di ricevere quanto investito più gli interessi. Ha chiesto inoltre a tutti i consumatori interessati tale da tale problema di recarsi presso le sedi e fare ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario.
L’avvio dell’Istruttoria da parte dell’Antitrust sui buoni fruttiferi postali
L’Antitrust come comunica Linkoristano dovrà verificare se in fase di collocamento, Poste abbia omesso l’indicazione della data di scadenza o di quella di prescrizione dei titoli. Inoltre controllare se siano state fornite sempre da parte dell’intermediario le informazioni inerenti alle conseguenze giuridiche derivanti dalla prescrizione dei bfp.
Per Adiconsum nella scheda di sintesi dei bfp ci sarebbe solo la frase “capitale investito sempre rimborsabile“. Per questo il consumatore avrebbe pensato che il buono fruttifero postale in suo possesso non avesse scadenza. In più l’Associazione ritiene che vicino alle condizioni economiche, sempre nel quadro di sintesi, c’era un grafico che indicava il tasso nominale annuo lordo soltanto con la scritta “durata massima di 20 anni“. Di conseguenza il risparmiatore avrebbe creduto che la durata di 20 anni si riferisse solo alla fruttiferità del titolo (agli interessi).
Quindi per l’Adiconsum, Poste Italiane non avrebbe informato esattamente il cliente che i suoi buoni fruttiferi postali erano vicini alla prescrizione e che quindi non sarebbero stati più rimborsabili. Non avrebbe nemmeno introdotto delle azioni efficaci affinché migliaia di risparmiatori perdessero il denaro investito.
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