I buoni fruttiferi postali di Poste Italiane rientrano tra i rapporti giuridici patrimoniali del titolare. Quando quest’ultimo muore, infatti, essi cadono in successione. Ci si chiede quindi che succede in caso di cointestazione e cos’è la pari facoltà di rimborso.
Bfp di Poste Italiane: info successione
I buoni fruttiferi postali di Poste Italiane sono uno strumento di investimento sicuro perché il rimborso del capitale investito può avvenire in ogni momento. Essi sono garantiti dallo Stato Italiano ed emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti.
Nel dettagli: si dovrà presentare l’estratto dell’atto di morte dell’intestatario recante generalità, data e luogo decesso, ultima residenza o domicilio e nominativo del coniuge se sposato. Si dovrà portare poi l’atto notorio o dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà con generalità eredi o copia conforme all’originale del testamento ed infine la carta di identità in corso di validità nonché il codice fiscale degli eredi.
Cointestazione e clausola pari facoltà di rimborso bfp Poste Italiane
Nel caso in cui i buoni fruttiferi postali siano cointestati, alla morte di uno degli intestatari, le Poste bloccheranno il rimborso fino a che non verrà completata la pratica di successione. Tutto dovrebbe essere semplificato, invece, qualora il buono presenti la clausola di pari facoltà di rimborso. Grazie a tale sigla, infatti, ogni intestatario potrà, in forma autonoma, chiedere il rimborso dell’intera cifra. Ciò però accade quando tutti i cointestatari sono in vita. Le Poste infatti negano solitamente il rimborso quando uno di loro muore.
La sentenza numero 12385 del 3 giugno 2014 della Corte di Cassazione ha ritenuto però illegittima la condotta di Poste Italiane che nega il rimborso nonostante vi sia sul buono la clausola PFR. Quindi alla morte di uno dei cointestatari, gli altri per legge, potranno avere il rimborso del buono.
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