Buoni fruttiferi postali serie Af di 500 mila lire: Poste opera la prescrizione ma il risparmiatore ottiene il rimborso

Federconsumatori riesce ad ottenere una vittoria per buoni fruttiferi postali prescritti secondo Poste Italiane.
2 anni fa
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Foto © Pixabay

La Federconsumatori è riuscita a ottenere una nuova vittoria su Poste Italiane aiutando una risparmiatrice a ottenere il rimborso di 2 buoni fruttiferi postali risalenti a 22 anni fa.

Per Poste, infatti, erano caduti in prescrizione per cui si era rifiutata di rimborsarli. Ricordiamo che si prescrivono solo i bfp cartacei dopo dieci anni dalla data di scadenza. Quando si verifica questa condizione si perde il diritto a riscuotere sia il capitale investito che gli interessi nel frattempo maturati. Un danno economico, non da poco, soprattutto per chi ha investito in essi parte dei propri risparmi.

Proprio per questo Poste Italiane ha istituito una pagina ad hoc nella quale si può verificare la scadenza del proprio titolo. Nel caso della signora, però, la situazione è un po’ diversa, ecco perché.

La storia di una signora di Orbetello

Nel 2001 una signora di Orbetello ha acquistato due buoni fruttiferi postali da 500 mila lire della serie Af. Pensava infatti di poterci guadagnare qualcosina visto che l’importo sarebbe raddoppiato dopo nove anni e sei mesi e triplicato dopo quattordici anni.

La donna, ha raccontato Giorgio Romualdi (presidente provinciale della Federconsumatori), quando si è recata alle Poste per il rimborso ha scoperto che quest’ultima li aveva prescritti. Il motivo è che ha ritenuto di poterli riferire ad una serie sostitutiva, esattamente alla AA2 istituita con decreto ministeriale del 2001. Questa tipologia di titoli, però, aveva una scadenza a 7 anni per cui la prescrizione scattava dopo 17 anni. La signora, quindi, si è rivolta alla Federconsumatori ottenendo l’ausilio delle avvocatesse Francesca Rosini ed Emanuela Raponi.

Cosa è successo poi?

Giorgio Romualdi ha spiegato che l’Abf aveva osservato che dietro ai buoni fruttiferi postali c’era l’indicazione della serie “Af” barrata a penna con il relativo rendimento. Non figuravano, invece, la dicitura “serie AA2” e nemmeno le condizioni economiche relative ad essa o un timbro dell’ufficio.

Quindi, dato che c’era solo la cancellazione a penna e le condizioni economiche relative alla serie Af, restavano applicate le condizioni originarie relative a tali buoni.

La risparmiatrice, quindi, aveva diritto al rimborso secondo gli interessi previsti da tale serie.

Grazie al supporto della Federconsumatori di Grosseto, la signora si è rivolta poi al giudice di Pace del Tribunale di Grosseto che ha confermato quanto già evidenziato dall’Abf. Ha condannato quindi Poste Italiane al rimborso dei buoni fruttiferi postali per 2500 euro come originariamente previsto. In più all’indennizzo delle spese.

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alessandradibartolomeo

Da novembre 2016 fa parte della redazione di InvestireOggi curando la sezione Risparmio, e scrivendo su tematiche di carattere politico ed economico. E’ Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Campania.
Dopo una formazione classica, l’amore per la scrittura l’ha portata già da più di dieci anni a lavorare nell’ambiente del giornalismo. Ha collaborato in passato con diverse testate online, trattando temi legati al risparmio e all’economia.

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