Buoni fruttiferi postali serie Q, R e S: ecco il calcolo degli interessi fai da te

Vi forniamo il calcolo degli interessi sui Buoni fruttiferi postali delle serie Q, R e S. Potete farlo da soli leggendo questo articolo.
3 anni fa
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Buoni fruttiferi postali serie Q, R e S

Quanto vale il Buono fruttifero da 1.000.000 di lire ereditato dai miei genitori? A quanto ammontano gli interessi? Poste Italiane mi dà il giusto? Sono alcune delle domande ricorrenti che i lettori ci pongono con riferimento ai Buoni fruttiferi postali in loro possesso. In questo articolo, cercheremo di tagliare la testa al toro e vi forniremo le modalità essenziali grazie alle quali poter provvedere al calcolo degli interessi fai da te. Abbiamo preso come riferimento tre serie: Q, R e S.

Trattasi di quelle ancora oggi più gettonate tra i lettori che ci inviano email per ottenere chiarimenti.

Calcolo degli interessi veloce e in autonomia

I tassi d’interesse negli anni sono cambiati, così come anche la tassazione. Sin dal 1° settembre del 1987, comunque, quest’ultima è del 12,5%. Tralasciamo in questo articolo la diatriba tra Poste Italiane e associazioni in difesa dei risparmiatori in merito alle modalità di calcolo degli interessi al netto dell’imposta già in fase di capitalizzazione. Iniziamo con il fornirvi i dati chiave per procedere autonomamente al calcolo degli interessi sui Buoni fruttiferi postali.

Per la serie Q in emissione dal 1° luglio 1986 al 20 settembre 1986, nessuna imposta da versare allo stato. Sulla base degli interessi corrisposti e crescenti di quinquennio in quinquennio fino al ventesimo anno, abbiamo che dovrete moltiplicare il valore nominale del buono sottoscritto per 14,44 alla scadenza dei 30 anni. In questo modo, troverete il valore dei Buoni fruttiferi postali alla scadenza, chiaramente inclusivi del capitale. Poiché i buoni furono ovviamente sottoscritti in lire, per prima cosa dovrete convertire in euro suddividendo la cifra per 1.936,27 euro. Esempio: 1.000.000 di lire diventano 516,46 euro. Alla scadenza dei 30 anni, saranno 7.457,64 euro.

E adesso passiamo alla serie Q in emissione dal 21 settembre 1986 al 31 agosto 1987. Qui, lo stato applica un’imposta del 6,25%. A causa di ciò, il valore del buono alla scadenza risulterà inferiore rispetto al caso precedente.

Esso sarà pari al valore nominale iniziale moltiplicato per 12,39. Successivamente al 31 agosto 1987 e fino al 31 ottobre 1995, la serie Q fu sottoposta all’imposta del 12,5%. In questo caso, il valore del buono va moltiplicato per circa 11,03.

Buoni fruttiferi postali serie E e S

E passiamo alla serie R, in emissione da 1° novembre 1995 al 30 novembre 1996. Gli interessi corrisposti risultano inferiori rispetto alla serie Q. Si va dal 7% lordo dei primi 5 anni all’11,50% dal 16-esimo anno. Qui, dovrete moltiplicare grosso modo il valore iniziale del buono per 9,41.

Infine, la serie S. E’ stata in emissione dal 1° dicembre 1996 al 23 giugno 1997. Gli interessi offerti sono risultati ancora più bassi. Ne consegue che il valore del buono va moltiplicato per 3,49, sempre per ottenere il valore alla scadenza dei 30 anni. Per un calcolo esatto dei rendimenti, chiaramente vi rinviamo al sito di Cassa depositi e prestiti. Qui, perlomeno vi siete fatti un’idea pratica per effettuare il calcolo degli interessi in autonomia e sbrigativamente.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

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