I buoni fruttiferi postali sono uno degli strumenti di investimento più utilizzati dalle famiglie italiane. Il motivo è che sono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti (che è una società a partecipazione statale controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze) e garantiti dallo Stato Italiano.
La particolarità di questi titoli è che con essi il risparmiatore ha diritto, alla loro scadenza, della restituzione del capitale versato maggiorato degli interessi che eventualmente matureranno.
Esiste però un termine di prescrizione: ma cosa si intende con tale termine e sopratutto cosa succede quando i buoni si prescrivono? Le info in merito.
Termine di prescrizione dei bfp
Il titolare di buoni fruttiferi postali deve recarsi alle Poste a chiedere il rimborso entro un determinato periodo altrimenti non è più possibile riscuotere né la cifra investita e nemmeno gli interessi.
La legge comunica infatti che i buoni si prescrivono a favore dell’emittente dopo dieci anni dalla data di scadenza del titolo (sia per quanto concerne il capitale che gli interessi) e che dopo tale data si perde ogni diritt. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha inoltre precisato che la prescrizione dei bfp decorre dalla scadenza/rimborsabilità e non dal giorno in cui essi sono stati ritrovati. Inoltre, quando prescritti, non possono produrre interessi o rivalutazioni monetarie.
Il calcolo della prescrizione
Per calcolare con esattezza la data di prescrizione è necessario conoscere la data di scadenza del titolo. Essa in ogni caso, decorrerà dal primo giorno successivo alla data in cui il buono cesserà di essere fruttifero ovvero dal primo giorno dopo la scadenza.
Si ricorda che la scadenza dei titolo varierà in base alla tipologia di esso: quello ordinario emesso fino al 27 dicembre 200 (e quindi della serie Z) ad esempio avrà una scadenza di 30 anni mentre quello emesso dopo tale data (dalla serie A1 in poi) durerà massimo 20 anni.
Poste Italiane comunica inoltre che la prescrizione decennale si applicherà soltanto sui buoni fruttiferi postali cartacei e non sui dematerializzati perché questi ultimi non potranno mai prescriversi. Il motivo è semplice: una volta scaduti, saranno automaticamente rimborsati sul conto di regolamento dell’intestatario (sia esso un conto corrente BancoPosta o un libretto di risparmio postale).