Arriva una nuova sentenza a favore di buoni postali serie Q/P come ulteriore risposta per i tanti risparmiatori che non sanno come comportarsi con i loro titoli. Questo dopo il parere favorevole dell’Arbitro Bancario Finanziario, a seguito dell’inadempienza di Poste Italiane. La nuova decisione premia una risparmiatrice di Barbaresco, ecco allora maggiori informazioni in merito e come comportarsi nel caso Poste non paghi.
Seconda decisione positiva in merito ai buoni postali serie Q/P
Una seconda ordinanza positiva che interessa le province di Asti e di Cuneo riconosce il diritto di una risparmiatrice a riscuotere gli importi riportati dietro alla tabella di oltre 29 mila euro.
La decisione del giudice del Tribunale astigiano arriva dopo quella emessa dal Dottor Marco Bottallo lo scorso mese di gennaio. Grazie a queste due pronunce, quindi, tanti risparmiatori sapranno cosa fare dopo la decisione favorevole di Abf e il rifiuto di Poste Italiane di pagare. Nel dettaglio grazie al Dott Martinetto una risparmiatrice di Barbaresco in provincia di Cuneo potrà riscuotere gli importi riportati dietro la tabella dei suoi buoni fruttiferi postali. La differenza è di 29 mila euro circa rispetto all’importo già pagato da Poste pari a più di 46 mila euro.
La donna era in possesso di 6 buoni postali serie Q/P emessi tra il 6 ottobre 1986 ed il 10 agosto 1987. Per essi la risparmiatrice ottenne già una sentenza favorevole dall’Abf di Torino a maggio 2020. Poste Italiane, però, dichiarò di non voler pagare. Per questo l’Avvocato Alberto Rizzo, Legale specializzato nella materia del diritto bancario e postale, ha consigliato di portare la vicenda in Tribunale.
Tribunale di Asti e buoni postali Q/P: la decisione favorevole
In merito all’inadempienza di Poste Italiane si è scelto di adottare la procedura semplificata che è regolata dagli articoli 702-bis e seguenti del codice di procedura civile.
Ebbene, il Dottor Andrea Martinetto nell’ordinanza ha sancito la prevalenza di quanto riportato sui buoni fruttiferi postali. Questo rispetto alle modifiche apportate con Decreto Ministeriale di giugno 1986 e da Poste Italiane mediante apposito timbro. Quest’ultimo, infatti, prevedeva interessi solo per i primi 20 anni senza dire nulla di quelli da corrispondere per gli anni dal 21° al 30°.
Le conseguenze per i risparmiatori in merito alla decisione sui buoni postali Q/P
Grazie all’ordinanza del Tribunale astigiano, Poste Italiane dovrà rimborsare alla risparmiatrice gli interessi riportati dietro ai titoli. Parliamo di quelli effettivi dal ventunesimo al trentesimo anno e non quelli riconosciuti inizialmente da Poste. Ciò grazie all’ausilio dell’Avvocato Albero Rizzo e del collega torinese Fabio Scarmozzino. La risparmiatrice, quindi, avrà oltre 29 mila euro in più rispetto a quanto voleva corrisponderle inizialmente l’intermediario. Inoltre gli interessi maturati dalla data della domanda nonché un concorso nelle spese legali.
Buoni postali serie Q/P: perché è importante l’ultima decisione del Tribunale
Tale decisione è importantissima per i tanti risparmiatori che dopo 30 anni, ignari dei loro diritti, hanno ottenuto interessi più bassi rispetto ai rendimenti previsti. L’avvocato Rizzo, quindi, consiglia a chi ha un buono fruttifero postale emesso dopo giugno 1986 di farlo controllare anche se è stato già incassato. Questo per capire se si ha diritto ad interessi più alti. Ovviamente non dovranno essere trascorsi più di 10 anni dalla scadenza in quanto poi il titolo va in prescrizione. Questa seconda decisione del Tribunale astigiano è infatti un ottimo precedente che convincerà tanti risparmiatori a procedere in tutte le sedi giudiziarie competenti per tutelare i loro diritti.
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