A seguito di una caduta sul suolo pubblico o privato è possibile ottenere il risarcimento danni solo qualora si dimostri che la caduta o l’incidente è stato causato da un’insidia.
Lastra di ghiaccio, tombino scoperto, buca nascosta, un pezzo di marciapiede divelto non bastano come dimostrazione per chiedere il risarcimento danni per una caduta: bisogna infatti dimostrare che l’incidente sia da imputare interamente all’insidia nascosta e non dalla distrazione del pedone.
In termini pratici questo cosa significa? Che non basta fotografare l’insidia per dimostrare che la colpa della caduta sia da imputare ad essa: per ottenere un risarcimento danno è necessario avere anche dei testimoni.
Risarcimento danni: un testimone oculare è necessario
Per chiedere un risarcimento danni in seguito ad una caduta provocata da un’insidia nascosta nel pavimento stradale del marciapiede non basta mostrare l’insidia stessa tramite una foto ma è necessario un testimone che abbia assistito alla caduta. Questo perchè l’amministrazione potrebbe obbiettare che la caduta sia stata provocata da una scarpa slacciata, da uno spintone di qualche passante o dalla stessa distrazione del pedone.
La giurisprudenza al riguardo è molto chiara: chi cade a terra in luogo pubblico o privato, per chiedere il risarcimento dei danni deve dimostrare che la caduta sia stata determinata da una insidia e non dalla propria sbadataggine o da elementi terzi. Per ottenere l’indennizzo dei danni fisici e morali è necessario che si provino 3 circostanze: il danno subito, la presenza dell’ostacolo e la prova che la caduta sia stata determinata dall’ostacolo.
Per determinare i danni subiti bastano i referti medici, per mostrare la presenza dell’ostacolo basta anche una fotografia, ma per dimostrare che la caduta è dipesa dall’ostacolo servono testimoni oculari che diano conferma che la caduta è dipesa dall’insidia e non da altro.