Il calcio italiano vale sempre meno, diritti di Serie A venduti per meno del contratto esistente

La crisi del calcio italiano è ufficializzata con l'assegnazione dei diritti di Serie A a Dazn e Sky a prezzi inferiori al contratto attuale.
1 anno fa
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Crisi calcio italiano confermata da vendita diritti Serie A
Crisi calcio italiano confermata da vendita diritti Serie A © Licenza Creative Commons

Il canale di Lega non ci sarà. E chi ci aveva creduto, verrebbe da chiedersi? La “notizia”, se così la vogliamo definire, è che lunedì 23 ottobre le venti squadre di calcio della massima serie hanno ufficializzato il loro stato di crisi. Hanno accettato le offerte di Dazn e Sky, i due operatori che già detengono i diritti di Serie A per il triennio 2021-2024. Per il quinquennio 2024-2029, otterranno il pagamento di 900 milioni di euro a stagione, meno dei 927,5 milioni fissati per il contratto attuale.

A favore hanno votato 17 società, due sono state contrarie e il Napoli non ha partecipato alla votazione. In caso di bocciatura, la Lega avrebbe avviato le pratiche per istituire un proprio canale con cui vendere direttamente i diritti agli operatori.

Diritti Serie A, nuovo meccanismo di calcolo

Nel dettaglio Dazn spenderà circa 700 milioni a stagione per trasmettere 7 partite a settimana in esclusiva e 3 insieme a Sky. Questa sborserà sui 200 milioni a stagione. Alla fine, i club di Serie A hanno rinunciato a proseguire la guerra contro gli operatori, consapevoli della modestia del calcio italiano, la cui crisi è sotto gli occhi di tutti. Troppo scarso l’appeal per chiedere un congruo aumento degli incassi. E per salvare la faccia, è stato trovato un meccanismo per cui potrebbero ricevere fino a un altro miliardo in cinque anni, qualora il numero di abbonato e lo share superassero determinate soglie.

Emergerebbe, infatti, che la Lega percepirebbe la metà dei ricavi netti sopra certe soglie. Stando ai calcoli, al massimo potrà ambire ad incassare 100 milioni a stagione in più. In totale, quindi, gli incassi arriverebbero a 1 miliardo. Ma resta tutto da vedere. L’obiettivo minimo per l’assegnazione dei nuovi diritti in asta era stato sopra il miliardo. Le offerte consegnate in busta chiusa nei mesi scorsi si erano fermate a valori quasi dimezzati.

Contratto più lungo, incassi fissi più bassi

E c’è da dire che l’allungamento del contratto da tre a cinque anni avrebbe dovuto comportare una maggiorazione del prezzo. Non è andata per nulla così. Gli attuali operatori detentori dei diritti si sono garantiti due anni in più con il nuovo contratto sborsando una cifra fissa inferiore. Bel successo di Lega e FIGC. Del resto, stiamo parlando di un campionato scivolato per importanza dietro a tutti i principali in Europa. Eravamo il primo fino agli inizi del millennio. Gli Azzurri faticano a vincere una fatica contro una nazionale di livello. L’approdo agli europei del 2024 è tutt’altro che certo. Abbiamo nel frattempo saltato due partecipazioni ai mondiali. E poi c’è stata la fuga dell’ex ct Roberto Mancini in Arabia Saudita, mentre importanti giocatori della Nazionale hanno ammesso di avere puntato denaro su scommesse sportive vietate.

Crisi calcio italiano tra talenti in fuga e calo incassi/abbonati

E’ il momento più buio del calcio italiano. Non ci sono più le stelle di pochi anni addietro, né in termini di prestazioni, né di leadership e carisma. Tutto questo si ripercuote sui diritti di Serie A, il cui valore tende a ristagnare nel migliore dei casi di assegnazione in assegnazione. La crisi dei bilanci familiari non aiuta di certo. I tifosi abbonati si sono ridotti negli ultimi anni, anziché aumentare. Non ci sono soldi a sufficienza per pagare 2-3 abbonamenti per seguire la propria squadra del cuore tra campionato e Champions League. E come in un circolo vizioso, minori le risorse in entrata, minore la capacità dei club di attirare talenti o perlomeno di trattenere in rosa quelli che ci sono. Non è un caso che la Lega saudita abbia fatto particolarmente shopping nel nostro campionato. E’ il ventre molle dell’Europa.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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