Calcola la tua pensione 2022 con o senza passaggio al contributivo: ecco quanto rischi di perdere

Il lento e graduale passaggio al sistema contributivo penalizza le pensioni. Quanto e come incide sul calcolo dell’assegno nel 2022.
3 anni fa
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Come sarà la pensione nel 2022? E’ questa la domanda che tutti i lavoratori che stanno per lasciare il lavoro si pongono alla vigilia di importanti cambiamenti e riforme del sistema pensionistico.

Ebbene, dare una risposta precisa non è facile poiché sono molti i fattori che incidono sul calcolo della pensione futura. Di base, però, bisogna sapere che più passa il tempo e meno pesante sarà l’assegno. Come mai?

Il sistema di calcolo delle pensioni

Al di là di quanto un lavoratore abbia versato durante la propria carriera lavorativa, il sistema di calcolo della pensione cambia col tempo.

La riforma Dini del 1995 ha posto fine al sistema di calcolo retributivo delle rendite, basato sul sistema a ripartizione, per tornare gradualmente a quello a capitalizzazione.

Cosa significa questo? In pratica ogni lavoratore si assicura da sé e andrà in pensione con quanto realmente versato (calcolo contributivo). Fino al 1995, invece, la liquidazione della pensione avveniva tenendo conto della media delle ultime retribuzioni percepite (calcolo retributivo).

Poiché il sistema di calcolo contributivo puro si prevede andrà a regime per tutti i lavoratori nel 2032-2033, al momento le pensioni sono liquidate col sistema misto. Cosa significa? Si tratta di un sistema di calcolo ibrido. In parte retributivo per i versamenti effettuati prima del 1996 e in parte contributivo per quelli versati successivamente

Quanto si perde col tempo

Per effetto del graduale ritorno al sistema di calcolo contributivo, la pensione cala di conseguenza di anno in anno. Questo significa che chi esce dal lavoro nel 2022, a parità di contributi versati, ottiene un assegno più basso rispetto a chi ci è andato nel 2021.

Lo stesso lavoratore nel 2022 può, infatti, vantare un anno in più di versamenti nel regime contributivo e uno in meno in quello retributivo (più favorevole). Ecco quindi che la pensione che ne uscirà, liquidata col sistema misto, sarà più bassa.

Un esempio chiarirà meglio il perché. Un impiegato che matura i requisiti per andare in pensione nel 2022 e ha 40 anni di contribuzione versata senza interruzione, può vantare 25 anni di lavoro dopo il 1995 e 15 anni prima del 1995.

Lo stesso operaio che è andato in pensione un anno fa, poteva far valere 24 anni di lavoro dopo il 1995 e 16 anni prima del 1995. L’anno in più di versamenti nel sistema retributivo ha un peso maggiore nel sistema di calcolo misto e quindi una rendita più alta.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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