Calcolo pensione, la malattia non penalizza: neanche quella dei figli

Come si calcola l’assegno previdenziale? La malattia ha effetti sui contributi ai fini pensionistici? I periodi di malattia, per i lavoratori dipendenti, sono pienamente validi per la pensione.
3 anni fa
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Come si calcola l’assegno previdenziale? La malattia ha effetti sui contributi ai fini pensionistici? I periodi di malattia, per i lavoratori dipendenti, sono pienamente validi per la pensione: l’INPS riconosce i contributi figurativi senza necessità di versamenti.

I contributi figurativi per malattia sono utili sia per il diritto alla pensione e possono essere riconosciuti sino a un massimo di 22 mesi nell’arco della vita lavorativa.

La malattia ha un impatto sui contributi previdenziali?

Il nostro ordinamento tutela la malattia e l’infortunio anche dal punto di previdenziale.

Infatti, anche per i periodi di assenza dal lavoro per malattia o infortunio sul lavoro, i lavoratori dipendenti iscritti all’assicurazione generale obbligatoria godono di una copertura figurativa ai fini previdenziali.

Tale contribuzione può essere riconosciuta anche nel caso in cui la malattia sia intervenuta all’interno di un rapporto di lavoro domestico oppure anche nel caso in cui le assenze abbiano dato luogo al pagamento dell’indennità di malattia.

Pensioni, Contributi Figurativi anche per la malattia dei figli?

Alcuni periodi di contribuzione figurativa sono riconosciuti anche per certi eventi che riguardano la prole dei lavoratori dipendenti ai quali la normativa riconosce il diritto di assentarsi dal lavoro.

I genitori possono astenersi dal lavoro per periodi corrispondenti alle malattie di ciascun figlio fino all’età di 8 anni.

Il nostro ordinamento non prevede alcun limite temporale al godimento del congedo per malattia del figlio fino al compimento dei 3 anni.

Per gli eventi che riguardano i figli compresi nella fascia di età tra i 3 e gli 8 anni il congedo per malattia del figlio è limitato al massimo a cinque giorni lavorativi annui.

Pensione: la durata ed i periodi eccedenti i 22 mesi

I contributi figurativi per malattia utili per il diritto alla pensione possono essere riconosciuti sino a un massimo di 22 mesi nell’arco della vita lavorativa.

L’articolo 45 della Legge 183/2010 consente di riconoscere contribuzione figurativa eccedente i 22 mesi nei casi in cui l’assicurato sia divenuto totalmente inabile a svolgere qualsiasi attività lavorativa a causa di infortunio sul lavoro.

Ciò consente all’assicurato di valorizzare ai fini previdenziali il periodo di inabilità al lavoro anche oltre i 22 mesi.

Contributi per malattia ai fini della pensione: quando sono riconosciuti?

I contributi per malattia ai fini previdenziali sono riconosciuti nel caso in cui la temporanea inabilità al lavoro è dovuta a:

  • malattia indennizzata;
  • malattia professionale;
  • malattia tempestivamente accertata;
  • malattia per lavoro domestico;
  • infortunio sul lavoro;
  • malattia non indennizzata in quanto si è manifestata in periodi non lavorati.

Il periodo di malattia non indennizzata, che può essere riconosciuto ai dipendenti pubblici al termine della malattia “coperta”, è pienamente valido ai fini del diritto della pensione.

Malattia e pensione: come presentare la domanda per accredito contributi figurativi?

Non c’è più necessità di presentare la domanda all’INPS, dal 2013 l’accredito avviene automaticamente.

Per i periodi non indennizzati è necessario presentare i seguenti documenti:

  • certificato di malattia,
  • cartelle ospedaliere che attestino l’eventuale ricovero,
  • certificato di infortunio.
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