Le caldaie a gas saranno vietate dal 2029: ecco le alternative, ma quali saranno i costi?

L’Unione Europea, con il Piano REPower EU, vieta la vendita delle caldaie a gas dal 2029: quali sono le alternative? Quali saranno i costi?
2 anni fa
3 minuti di lettura
prezzi gas

A partire dal 2025, la direttiva UE incentiva l’abbandono progressivo delle caldaie a gas, tanto è vero che da quell’anno ci sarà il declassamento energetico e la fine di ogni forma di agevolazione per l’acquisto. La dismissione completa è prevista a partire dal 2029. Si tratta di una norma che vuole limitare la dipendenza del continente dal gas e incentivare l’utilizzazione di altre fonti di energia, preferibilmente rinnovabili, tra cui idrogeno, biogas, solare termico ed energia fotovoltaica.

Semplificando al massimo, abbiamo a disposizione circa 6 anni per adeguarci ai nuovi standard.

Ma quali saranno le conseguenze sui nostri modi di riscaldare le case? Quali potranno essere le alternative? Ma soprattutto: quali saranno i costi? Chi potrà permettersi un impianto di nuova generazione? Ecco tutto quello che occorre sapere.

Quali saranno i problemi di sostenibilità economica con il divieto delle caldaie a gas?

La prima conseguenza dell’abbandono delle caldaie a gas, connesso al piano REPower EU per rendere l’Europa indipendente dal gas russo, sarà con ogni probabilità il divieto di vendita. La riconversione a fonti rinnovabili e la sostenibilità energetica, soprattutto dal punto di vista ambientale, saranno quasi certamente obbligatorie a partire dal 2029. Il problema, però, riguarda la sostenibilità economica: le conseguenze potrebbero essere rilevanti, anche perché ci potrebbero essere molte persone impossibilitate dal punto di vista finanziario all’attuazione del rinnovamento degli impianti. Si ritiene che dovranno essere pensate forme di incentivo o di detrazione, ma ovviamente non si sa nulla a riguardo.
Ma arriviamo alle alternative per il riscaldamento con caldaia a gas. Allo stato attuale dello sviluppo tecnologico, possiamo parlare di tre fondamentali possibilità, la caldaia a pompa di calore, a biomassa e con impianti elettrici.

Quali sono le principali alternative al riscaldamento a metano? La caldaia a pompa di calore

Il riscaldamento a pompa di calore è un sistema molto particolare che prende l’energia dall’esterno e la trasmette all’interno dell’impianto di riscaldamento.

Il consumo di elettricità è particolarmente basso, in quanto il consumo è dovuto soltanto all’attivazione del compressore e di qualche accessorio. Ma quali sono i costi?

Ecco i tre sistemi più diffusi.

1. Sistema aria-aria. Si tratta appunto di un dispositivo che permette lo scambio dell’aria tra esterno e interno. I costi sono estremamente variabili, ma si tratta della soluzione al momento più conveniente, si parla di un range di prezzo tra i 2.000 e gli 8.000 euro.
2. Sistema aria-acqua. Molto simile al sistema precedente, la differenza è che lo scambio d’aria con l’esterno serve a scaldare o raffreddare l’acqua che circola nell’impianto di riscaldamento. Può arrivare a costare anche 10.000 euro.
3. Sistema ‘geotermico’. Si tratta di un sistema che, prelevando freddo o calore dalle acque di falda o, in generale, dal terreno, riscalda o raffredda l’acqua circolante nell’impianto. Al momento i costi possono arrivare anche a 20.000 euro.
Come si può notare, i costi in generale, almeno al momento, sono piuttosto elevati.

A biomassa

Si tratta di un sistema che permette non soltanto di ottenere il riscaldamento degli ambienti, ma anche l’acqua ad uso sanitario. Questa tipologia di caldaia prende l’energia dalla combustione di biomasse, quali il legno o il pellet. Il sistema è estremamente semplice, ma l’installazione potrebbe incontrare vari problemi a seconda della tipologia di appartamento. Per quanto concerne i costi, si va dai termoconvettori, che hanno prezzi tra i 1.000 e i 4.000 euro, ai cosiddetti impianti con sistemi radianti, che possono arrivare a sfiorare i 9.000 euro.

La elettrica

Cosa significa riscaldare la casa con una caldaia elettrica? Si tratta, semplificando al massimo, di un impianto che scalda l’acqua necessaria per il riscaldamento senza l’utilizzazione del gas, ma mediante speciali resistenze elettriche.

Qualcosa di estremamente simile, come funzionamento, al vecchio boiler o scaldabagno, anche se notevolmente più potente perché deve riuscire a riscaldare un intero appartamento.
Il vantaggio di questa soluzione è il relativo risparmio nell’acquisto e nell’installazione: i costi, già oggi, sono inferiori a quelli di una caldaia a gas. Lo svantaggio fondamentale è che i consumi di elettricità schizzano alle stelle: si calcola che lo spreco di energia sia di 3-4 volte superiore a quello della caldaia a gas, soprattutto se viene installata in una casa di ampia metratura. Per ovviare al dispendio di energia elettrica, si può associare la caldaia a un impianto solare. Ma i costi di questa soluzione sono elevatissimi, potrebbero infatti superare i 20.000 euro.

La caldaia ionica

Si tratta di una nuova tecnologia in grado di produrre energia termica a partire da uno scambio di ioni. L’attivazione di questo processo è comunque connesso all’utilizzazione di energia elettrica. I vantaggi di questa soluzione sono vari. Innanzitutto, non necessita di collegamenti con l’esterno, come nel caso della caldaia a pompa di calore, e, in secondo luogo, riesce a produrre temperature molto elevate. Lo svantaggio fondamentale è che i consumi sono più elevati, rispetto alla pompa di calore, di circa una volta e mezzo.

[email protected]

alessandradibartolomeo

Da novembre 2016 fa parte della redazione di InvestireOggi curando la sezione Risparmio, e scrivendo su tematiche di carattere politico ed economico. E’ Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Campania.
Dopo una formazione classica, l’amore per la scrittura l’ha portata già da più di dieci anni a lavorare nell’ambiente del giornalismo. Ha collaborato in passato con diverse testate online, trattando temi legati al risparmio e all’economia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.