Calenda è l’anti-Renzi nel centro-sinistra
Tornando a Calenda, egli ha ribadito che “l’entità della manovra la decideranno in autunno solo Pier Carlo Padoan e Paolo Gentiloni”, rispettivamente ministro dell’Economia e premier. Anche in questo caso, potremmo desumere malignamente una sorta di altolà al segretario del PD, che non è un mistero voglia ridurre al minimo i miliardi da destinare alla prossima legge di Stabilità, quella che dovrà sciogliere il nodo su quasi 20 miliardi di clausole di salvaguardia, scattando le quali si avrebbero maxi-aumenti dell’IVA.
Lo scontro tra il sotterraneo e il palese tra Calenda e Renzi è la rappresentazione dello scollamento sempre più marcato tra governo e segretario dem, a tutto discapito del secondo, il quale si limita a lanciare invettive, proposte e provocazioni politiche, senza essere riuscito ad oggi nell’intento di abbattere l’esecutivo e di avvicinare così le urne. E con la proposta sul deficit, involontariamente o meno Renzi ha anche dato vita a una dicotomia interna alla maggioranza tra quanti continuano a sostenere la necessità di un ancoraggio alla UE per l’Italia e quanti, come l’ex premier, vorrebbero impostare la campagna elettorale proprio su toni euro-scettici per attirare l’elettorato meno ideologizzato e gli astenuti.
I segnali appaiono al momento tutti contrari a Renzi e favorevoli al ministro nella maggioranza. Lo stesso establishment, che nel triennio passato si era molto “infatuato” dell’ex sindaco fiorentino, lo ha applaudito convintamente in primavera a una riunione di Assolombardia e se appare poco probabile che Calenda corra per il centro-destra, potrebbe benissimo essere investito, invece, della premiership del centro-sinistra, raccogliendo il mandato di Romano Prodi di ricreare quella coalizione dell’Ulivo, disfatta nell’ultimo decennio da Walter Veltroni prima e Renzi adesso. E chissà che quel riferimento alle misure di contrasto della povertà e l’opposizione ai tagli fiscali in deficit proposti dal segretario PD non siano un modo come un altro di strizzare l’occhio all’ala sinistra della coalizione? (Leggi anche: Governo Gentiloni volta le spalle ai bonus di Renzi)