La calvizia, una malattia che dà dei diritti che non tutti conoscono. E’ possibile detrarre le spese mediche e poiché ancora non esiste un rimedio che trasforma una persona calva in una persona con capelli folti, non bisogna essere presi in giro dalla pubblicità. Non si può combattere la calvizia con gli integratori alimentari, per questo è stata condannata la produttrice del Bioscalin per pubblicità ingannevole, con la recente sentenza del Consiglio di Stato la n. 4378/17 del 19.09.2017.
Nella sentenza si legge che gli spot televisivi e nei messaggi diffusi tramite stampa e internet, il prodotto veniva presentato come avente il potere di arrestare la calvizie mentre era efficace soltanto nella cura del Defluvium telogenico, ovvero la perdita temporanea di capelli.
Leggi anche: Permessi retributivi per chi soffre d’asma, ecco perché spettano
I diritti di chi soffre di calvizia
Per tutti i medicinali spetta la detrazione fiscale del 19% della spesa, non vanno soggette a detrazioni gli integratori alimentari e lozioni varie.
Un malato ha bisogno di molteplici cure non solo con i trattamenti terapeutici di vitale importanza, ma anche esigenze di tipo sociale ed economico, ed è per questo che l’ordinamento prevede tutele giuridiche e benefici economici che consentono al malato e alla sua famiglia di continuare a vivere dignitosamente, nonostante la malattia e le terapie. Il Consiglio di Stato è intervenuto a difendere e tutelare i diritti delle persone che soffrono di calvizia, condannando le pubblicità ingannevoli.
È importante che il malato ed i suoi familiari ricevano indicazioni per ottenere un sostegno socio-assistenziale, se necessario, psicologico, sulla possibilità di scegliere terapie non convenzionali, sugli strumenti di tutela del posto di lavoro e di conciliazione dei tempi di cura e di lavoro. Consigliamo di leggere la nostra guida sui diritti del malato: