Cambiare lavoro spesso ritarda la pensione? Ecco il calcolo da fare

Il cambiare lavoro con molta frequenza può creare problemi sulla futura pensione. Ecco cosa fare per provare a rimediare
1 anno fa
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Cambiare lavoro spesso ritarda la pensione? Ecco il calcolo da fare

In un mondo del lavoro sempre più precario il cambiamento è all’ordine del giorno. Contratti a tempo determinato, perdita del posto di lavoro o semplice scelta di cambiamento generano un tasso di mobilità molto elevato. Ma cambiare lavoro spesso ha i suoi affetti anche sulla pensione.

La mancanza di una continuità contributiva potrà ritardare la maturazione dei requisiti per il pensionamento e inciderà anche sull’importo mensile della pensione stessa. Il problema non si pone se oggi si finisce un contratto di lavoro e domani si inizia uno nuovo.

In questo modo la continuità contributiva non si interrompe. Il problema, invece, è quando tra il lasciare un lavoro oggi e trovarne uno nuovo passa del tempo.

In quest’ultimo caso si creano anni di vuoto contributivo. Ad ogni modo, il legislatore mette a disposizione degli strumenti per riempirli.

Gli scoperti contributivi

In dettaglio, sono due i principali problemi che si creano ai fini della pensione quando si decide o si è costretti a cambiare lavoro. Si possono creare i c.d. scoperti contributivi.

I buchi, come già detto, si creano quando dal vecchio al nuovo lavoro passa del tempo. Un soggetto licenziato oggi se trova un nuovo lavoro tra 2 anni, avrà scoperto due anni di anzianità contributiva. Questo buco ritarderà la pensione o, comunque, se maturerà i requisiti avrà una pensione più bassa rispetto a chi non ha anni scoperti.

Altro problema che si potrebbe avere è che i contributi versati negli anni confluiscano in gestioni previdenziali diverse. Si pensi, ad esempio, a chi prima era lavoratore dipendente e poi è diventato agente di commercio Enasarco. Oppure al lavoratore dipendente che dopo aver perso il lavoro, o che per sua scelta lascia il lavoro, poi apre partita IVA con iscrizione alla gestione INPS artigiani e commercianti.

Cambiare lavoro, come fare per tutelare la pensione

Quando a causa del cambiare lavoro si creano anni di scoperto contributivo, è possibile fare ricorso ad alcuni strumenti che permettono di tapparli.

Facciamo riferimento, ad esempio, ai c.d. contributi figurativi come gli anni del servizio militare, i periodi di NASPI, ecc. Si tratta di anni in cui il soggetto non ha lavorato come dipendente o partita IVA. Questi periodi possono essere accreditati ai fini pensionistici senza sborsare alcun onere.

Altro strumento diffuso è il riscatto della laurea. In sostanza, a chi ha fatto l’università e ha conseguito la laurea è permesso di pagare un onere per farsi accreditare ai fini della pensione gli anni dell’università (tranne quelli fuori corso).

Strada utile a cui molti ricorrono sono altresì i fondi pensione complementari. Praticamente si paga un fondo pensione privato che poi, al momento della pensione andrà a colmare le lacune del sistema pensionistico pubblico.

In merito alla casistica dei contributi finiti in gestioni previdenziali diverse, è necessario, invece, chiedere, a seconda dei casi, la c.d. ricongiunzione dei contributi o totalizzazione dei contributi. In questo modo, ai fini della pensione, si cumulano gli anni contributi accreditati in ciascuna gestione.

Riassumendo…

  • il cambiare lavoro può avere i suoi effetti sulla futura pensione
  • possono crearsi scoperti contributivi (colmabili con contributi figurativi o il riscatto di contributi volontario)
  • possono crearsi problemi di accreditamento contributi in gestioni previdenziali diverse (risolvibili con l’istituto della ricongiunzione contributi o totalizzazione contributi).

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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