Parità cambio euro-dollaro, le previsioni
Immaginando che abbiano ragione i sondaggi (e sappiamo che non godono di grande fortuna in questi mesi), gli italiani dovrebbero bocciare le riforme istituzionali del governo Renzi, provocandone la caduta o un logoramento politico evidente. Dopo qualche giorno, Mario Draghi dovrebbe potenziare il “quantitative easing”, allungandone la durata di sei mesi, mentre una settimana dopo, Janet Yellen dovrebbe alzare i tassi USA di 25 punti base allo 0,50-0,75%. Quest’ultima mossa è prevista dai traders con probabilità del 95%.
L’insieme di questi eventi dovrebbe indebolire l’euro e rafforzare il dollaro, tanto che agli inizi del 2016, Société Générale si aspetta che il cambio tra le due valute dovrebbe tendere alla parità. Occhio, perché lo stesso si disse agli inizi dello scorso anno, quando diversi analisti paventarono la parità, mentre si assistette a una ripresa graduale della moneta unica. (Leggi anche: Quantitative easing, Draghi dovrà inventarsi qualcosa di serio)
Attesi fino a 5 rialzi dei tassi USA nel 2017
La banca francese si basa sulla previsione di una stretta monetaria americana più veloce di quanto atteso fino a poche settimane fa. Alla fine del 2017, i tassi Fed dovrebbero attestarsi all’1,75%-2% dall’1,25%-1,50%. Dunque, SocGen starebbe prevedendo 5 rialzi dei tassi da 25 bp ciascuno nel corso dell’anno prossimo.
Tuttavia, gli stessi economisti dell’istituto prevedono che il “tapering” della BCE, ovvero il ritiro graduale degli stimoli monetari nell’Eurozona, avvenga a partire dal mese di marzo del 2017 e si completi entro l’inizio del 2018. Se avessero ragione, già tra qualche mese, il cambio euro-dollaro dovrebbe iniziare a scontare anche uno scenario meno accomodante per l’unione monetaria e magari, subito dopo avere raggiunto la parità, potrebbe apprezzarsi un po’, ma contenuto dal ciclo restrittivo USA. (Leggi anche: Cambio euro-dollaro, stretta USA quasi certa)