Dalla BCE improbabili nuove misure subito
Se ciò appare verosimile, bisogna comprendere la tempistica di eventuali nuovi annunci della BCE. Sembra poco probabile che a 6 settimane dall’ultima riunione, Draghi sorprenda con altre novità sul QE e sui tassi, che darebbero l’impressione più di essere frutto della disperazione e dell’impazienza che della razionalità. Oltre tutto, il board dovrà prima verificare l’impatto delle misure di dicembre, che non potrà che dispiegarsi nei mesi successivi. In pratica, se l’analisi di Commerzbank ci induce a ritenere che effettivamente le nuove attese del mercato per un ennesimo intervento della BCE potrebbero indebolire il cambio euro-dollaro, non sembra che questo sia lo scenario immediato. Inoltre, dopo essersi scottati poche settimane addietro, gli investitori ci andranno stavolta con i piedi di piombo, prima di speculare sulle nuove mosse di Francoforte. E forse la notevole stabilità del rapporto tra le 2 valute di quest’ultimo mese si deve proprio alla prudenza del mercato e alla previsione dell’assenza di rilevanti novità a breve. Sul fronte della Federal Reserve, infatti, appare grosso modo assodato che i tassi USA non saranno alzati quest’anno a un ritmo incessante, ma si prevedono non più di 4 rialzi da 25 punti base ciascuno.
La prudenza sarà d’obbligo per il governatore Janet Yellen, a maggior ragione dopo il ritorno delle tensioni sulla Cina e il crollo del prezzo del greggio ai minimi dal 2003.