Quantitative easing, niente più stimoli?
Cosa c’entrano i prezzi alla produzione tedeschi con il cambio euro-dollaro? I primi dovrebbero anticipare la tendenza dell’inflazione al consumo nella prima economia dell’unione monetaria, per cui stiamo avendo conferma che i venti di deflazione sarebbero alle nostre spalle e che i prezzi dovrebbero accelerare la ripresa nei prossimi mesi. Se così è, il “quantitative easing” della BCE non avrebbe più ragione di essere potenziato e, pertanto, di ulteriori stimoli monetari Mario Draghi non ne varerebbe più.
Il QE è stato prorogato fino a tutto il 2017, anno in cui la Fed tornerà ad alzare i tassi di 100 punti base, stando alle attese. Il clima resta sostanzialmente “bearish” per il cambio euro-dollaro, ma forse un po’ meno di quanto credano quanti pronosticano un raggiungimento della parità.