Board BCE, cosa accade a settembre?
L’8 settembre, Draghi terrà il sesto board dell’anno a Francoforte e gli analisti sono divisi tra quanti credono che le buone indicazioni provenienti dai dati macroeconomici spingeranno la BCE ad annunciare l’imminente “tapering” e quanti, al contrario, restano convinti che l’istituto vorrà prendersi ancora qualche mese di tempo prima di agire, anche perché bisogna accertarsi della tempistica della stretta negli USA.
Per questo, prevediamo che tra due giovedì non dovrebbe esservi alcun annuncio nel senso di una riduzione degli stimoli nell’Eurozona, mentre è probabile che ciò accadrà alla fine di ottobre, quando Draghi avrà la necessità di informare i mercati sulle prossime mosse, dato che il QE scade formalmente a dicembre e che gli investitori dovrebbero essere preparati in tempo a capire cosa li attenda per i mesi successivi, al fine di evitare una volatilità eccessiva sui mercati finanziari e potenzialmente destabilizzante.
Il “tapering” potrebbe essere venduto come un ulteriore allungamento del piano di acquisti, vale a dire che dal gennaio 2018 non assisteremo quasi sicuramente a un azzeramento, semmai a un taglio dai 60 miliardi mensili attuali. Gli analisti ipotizzano che il QE verrà azzerato nel terzo trimestre dell’anno prossimo con andamento scalare, cosa che ci spingerebbe a ritenere che un rialzo dei tassi nell’Eurozona non arriverebbe prima della fine dell’anno prossimo, forse agli inizi del 2019. E’ verosimile, infatti – sempre che le condizioni macro lo consentano – che Draghi voglia lasciare il suo incarico nell’autunno del 2019, avendo avviato la svolta monetaria tanto attesa, gestendola nelle sue prime fasi ed evitando che essa venga del tutto concepita dal successore, il quale molto probabilmente parlerà tedesco.