Cambio infissi, bonus 50% solo entro un prezzo obbligatorio: spunta il tariffario per le finestre

Cambio infissi fuori dal bonus 110%. La detrazione del 50% vincolata a quanto si spende ma i prezzi nel tariffario suscitano polemiche. Si rischia di scegliere infissi economici che però non garantiscono la riqualificazione energetica minima.
4 anni fa
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Foto © Licenze Creative Commons

Il cambio infissi era tra gli interventi che più allettavano chi stava pensando di restaurare la facciata.

In molti speravano di fare rientrare gli infissi nuovi tra i lavori agevolabili con bonus 110% (come intervento gemellato ad un’opera trainante come il cappotto termico). Ricordiamo infatti che la normativa elenca i lavori che danno diritto alla detrazione al 110% per poi aprire la porta, una volta realizzati questi con i requisiti e i criteri richiesti, ad altri lavori secondari di riqualificazione energetica.

Dunque, fino a pochi giorni fa e in attesa della legge di conversione, in molti speravano di poter cambiare gli infissi contestualmente all’installazione di pannelli fotovoltaici o al cappotto termico, in modo da far rientrare tutto nel bonus 110% (anche il cambio infissi). A frenare gli entusiasmi qualche giorno fa un’anticipazione (ricordiamo che la legge di conversione del bonus 110% deve ancora essere emanata): no al bonus infissi al 110%. Per chi cambia le finestre della propria casa, la detrazione resta al 50%. 

Cambio infissi, no al bonus 110% e la detrazione 50% ancorata a quanto si spende

Ma non è tutto: ci sarà un limite al costo degli infissi. Questo servirebbe, nelle intenzioni del Mise che sta preparando la bozza del decreto per l’ecobonus 110%, a contenere il rischio di fatture gonfiate a scopo di truffa. Un rischio che, però, non si comprende bene visto che non parliamo più di bonus 110% per gli infissi: dunque i serramenti non sono gratis e pagati dallo Stato.

Per poter usufruire della detrazione sulle finestre viene prestabilito un prezzario da rispettare obbligatoriamente. In altre parole sarà il governo a dire quanto è lecito pensare di spendere per gli infissi nuovi (nell’ottica di poter recuperare ilo 50% in detrazione ovviamente). Ora il punto è che i prezzi indicati, secondo quanto stanno lamentando gli operatori del settore, sono più bassi della media di mercato.

In questo modo, si teme, il rischio è quello di penalizzare la qualità degli infissi: per risparmiare (perché altrimenti si perde la detrazione) i clienti potrebbero scegliere infissi più economici senza dare il giusto peso ai materiali. Un errore gravissimo se si pensa a quanto il potere isolante dei serramenti dipenda dal materiale con cui sono realizzate.

Costo infissi nuovi: il prezzario che garantisce la detrazione del 50%

Vediamo dunque quali sono i tetti massimi ai prezzi degli infissi indicati dal Mise. L’analisi distingue in zone climatiche e tipo di serramento.

Nelle aree A,B e C si avrà:

  • 550,00 euro al mq per installazione serramento;
  • 650,00 euro al mq per infissi con chiusura oscurante (persiana, tapparella e simili).

Sale tutto di cento euro per le zone in cui è richiesto maggiore potere isolante, segnalate con le lettere D,E e F:

  • 650,00 euro al mq per installazione serramento;
  • 750,00 euro al mq per infissi con chiusura oscurante (persiana, tapparella e simili).

Tetti ai prezzi fissi anche per le tende da sole e gli altri sistemi di schermatura solare o ombreggianti mobili.

Tutte le voci includono l’IVA sulle finestre.

Detrazione infissi diventa più difficile: cambiano i valori di trasmittanza termica

Abbiamo insistito più volte sul significato dei valori di trasmittanza termica. Questi indicano le prestazioni di risparmio energetico che si conseguono. Questo parametro è utile, ad esempio, per comprendere se le zanzariere sono detraibili oppure no (vale anche per le tende da sole). Ebbene, in contraddizione a quanto si penserebbe dato che i prezzi degli infissi sono stati tenuti bassi, la bozza del decreto rende più ambiziosi i valori di trasmittanza.

Quando si avranno notizie ufficiali? Il decreto rilancio ha stabilito un termine massimo di trenta giorni dalla data di conversione per l’emanazione del provvedimento attuativo da parte del Mise. Arriviamo quindi al 18 agosto 2020.

La speranza degli addetti ai lavori è che questo mese di tempo sia sfruttato da chi sta lavorando al testo, per ascoltare il parere dei tecnici e correggere sul nascere alcune criticità.

 

Alessandra De Angelis

In InvestireOggi.it sin dal 2010, svolge il ruolo di Caporedattrice e titolista, e si occupa della programmazione e selezione degli argomenti per lo staff di redazione.
Classe 1982, dopo una laurea in giurisprudenza lavora all’estero per poi tornare in Italia. Cultrice dell'arte della scrittura nelle sue diverse declinazioni, per alcuni anni si è anche occupata di Content Seo per alcune aziende del milanese.

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