Cambio intestazione auto aziendali: chi può non farlo

Una circolare del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti chiarisce quando le aziende devono aggiornare il libretto e quali sono le detrazioni previste
10 anni fa
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Parte da oggi, lunedì 3 novembre 2014, il termine che impone l’aggiornamento del cambio di intestazione del libretto di circolazione per far coincidere il nome con quello della patente di guida del conducente abituale. Una norma di natura fiscale rivolta soprattutto ad auto aziendali e per il noleggio a lungo termine. Il costo dell’operazione è di 25 euro ad annotazione. La novità imposta ha suscitato polemiche anche per via di disinformazione. E’ stato già chiarito quali sono le esenzioni per i privati (http://www.investireoggi.it/imprese/libretto-di-circolazione-le-nuove-regole-per-le-macchine-aziendali/), ma anche per quanto riguarda le auto aziendali occorre fare dei chiarimenti per identificare chi è tenuto all’aggiornamento e chi no.

 

Auto aziendali, quando non serve l’annotazione

Viene infatti specificato con una nuova circolare del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti datata 27 ottobre che se l’auto aziendale viene attribuita come corrispettivo in natura ovvero come fringe benefit, e quindi c’è trattenuta fiscale, non va annotato nulla. Il campo d’applicazione della norma è stato quindi ristretto. Stessa cosa se il mezzo viene riconosciuto, anche solo parzialmente, come veicolo di servizio utilizzato da più dipendenti. Non vanno annotati gli utilizzi in sublocazione senza conducente (ovvero il noleggio a lungo termine) e i sub comodati. Per il momento sono esenti anche i veicoli oggetto di affidamento in custodia giudiziale agli organi di polizia.Per il comodato d’uso di veicoli aziendali il nome dell’utilizzatore non deve essere annotato sul libretto ma solamente registrato alla Motorizzazione civile e non vige l’obbligo di tenere a bordo la ricevuta. Negli ultimi chiarimenti si ribadisce invece che, nelle ipotesi in cui l’obbligo sussiste, questo viene esteso anche a collaboratori dell’azienda, soci e amministratori. Non solo: l’obbligo vale anche per l’imprenditore individuale se il veicolo è un bene strumentale dell’azienda.

Capitolo a parte per l’eredità: le auto di chi è di recente defunto ricadono nell’obbligo di annotazione nel libretto.

Auto aziendali, come capire se c’è l’obbligo di aggiornare il libretto

Riassumendo in sostanza la differenza è tra il comodato, che va annotato, e altre forme alternative di utilizzo dell’auto aziendale, che invece sono esenti dall’obbligo di annotazione. Il comodato, specifica la circolare del 27 ottobre, sussiste quando c’è uso esclusivo personale e a titolo gratuito. Cosa succede alla scadenza del comodato? Stando alla lettera della circolare non sarebbero richieste ulteriori formalità: si dà infatti per scontato che il mezzo sia rientrato nella disponibilità dell’azienda. Quest’ultima quindi è tenuta a comunicare alla Motorizzazione solo l’eventuale cessione anticipata. <strong

Alessandra De Angelis

In InvestireOggi.it sin dal 2010, svolge il ruolo di Caporedattrice e titolista, e si occupa della programmazione e selezione degli argomenti per lo staff di redazione.
Classe 1982, dopo una laurea in giurisprudenza lavora all’estero per poi tornare in Italia. Cultrice dell'arte della scrittura nelle sue diverse declinazioni, per alcuni anni si è anche occupata di Content Seo per alcune aziende del milanese.

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