E’ finita l’era di Justin Trudeau in Canada. Il premier ha annunciato ieri le dimissioni da leader del Partito Liberale e anche da primo ministro. Resterà in carica fino a marzo per consentire al suo partito di scegliere il successore, che diventerà automaticamente capo del governo e traghetterà il Paese ad elezioni anticipate. Senza questo gesto, si sarebbero tenute ad ottobre di quest’anno. Ma Trudeau ha riconosciuto che il Parlamento è paralizzato e che serve rinnovarlo. Rimasto senza maggioranza assoluta dei seggi per l’abbandono degli alleati del Nuovo Partito Democratico e fortemente criticato tra i suoi stessi uomini, poche settimane fa aveva subito le dimissioni della vice e ministro delle Finanze, Chrystia Freeland.
Canada tra debito, inflazione e immigrazione incontrollata
Trudeau è rimasto vittima della vittoria di Donald Trump alle elezioni americane del 5 novembre scorso. Egli aveva interpretato il ruolo di politico di spicco del centrosinistra internazionale con inclinazioni molto liberal e immigrazioniste. E proprio il tema dell’immigrazione incontrollata ha travolto la sua popolarità insieme al costo della vita. Il tycoon ha minacciato dazi sulle merci canadesi nel caso in cui Ottawa non collaborasse sul controllo delle frontiere. In tal senso era stato trovato un accordo con Trudeau, volato di recente a Mar-à-Lago, residenza privata di Trump in Florida.
Tuttavia, personaggi come Freeland e che ora corrono per la successione, si erano detti indisponibili a sostenere un qualsiasi accordo con l’amministrazione Trump. L’ex ministra si era rifiutata di varare alcune misure di stimolo fiscale pretese da Trudeau dopo che è emerso che il deficit di bilancio era lievitato a 62 miliardi di dollari canadesi (41 miliardi di euro), molto sopra le previsioni. E questo sarà verosimilmente il principale punto debole della sua corsa per la leadership.
Trump sbeffeggia Trudeau sui social
Trump ha alimentato le tensioni e deriso più volte quello che sul palcoscenico mondiale veniva considerata la sua nemesi. Commentando le dimissioni di Trudeau, ha ironicamente invitato il Canada a diventare il 51-esimo stato degli USA. In questo modo, ha spiegato sui social, i canadesi non subirebbero i dazi americani e potrebbero avvantaggiarsi di una politica di controllo dell’immigrazione. Stando ai sondaggi, se si tornasse al voto oggi il Partito Conservatore stravincerebbe, conquistando oltre i due terzi dei 338 seggi parlamentari. Il Partito Liberale collasserebbe al terzo posto, alle spalle del Nuovo Partito Democratico.