La sanatoria delle cartelle esattoriali del Governo Meloni è stata introdotta con importanti provvedimenti a vantaggio di contribuenti indebitati con il Fisco. Tra rottamazione quater delle cartelle, cancellazioni d’ufficio e stralcio possibile da parte degli enti locali, occorre spiegare meglio alcuni aspetti di questa sanatoria. Infatti inizialmente tutto era più semplice. Le cartelle sotto i 1.000 euro affidate a Equitalia entro il 2015 erano tutte cancellate d’ufficio. Quelle dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022 diverse dalle prime, o di importo più alto diventavano rottamabili.
Adesso però c’è distinzione anche tra cartelle enti locali e cartelle agenzie fiscali e amministrazioni dello Stato. E quindi molti contribuenti si chiedono cosa succederà alle loro tante cartelle.
“Posso considerare annullati i 3 trimestri di contributi che non ho mai versato all’INPS nel 2011, 2012 e 2013? Sono stati i tre anni più critici della mia attività di lavoratore autonomo a tal punto che ogni anno ho omesso l’ultimo versamento dei contributi. Credo di aver capito che queste cartelle di cui ho avuto notizia già da anni, mi verranno cancellate. Infatti i contributi previdenziali all’epoca erano pari a 900 euro a trimestre. Si tratta di debiti sotto i 1.000 euro e vecchi prima del 2015. Sono quindi cancellati d’ufficio è giusto?”
Cartelle esattoriali 2023, rottamazione e cancellazione
Effettivamente, ciò che il lettore sostiene nel suo quesito corrisponde alla realtà nel momento in cui parla di cartelle relative a contributi INPS, date e cifre. Sono proprio le cartelle di importo fino a 1.000 euro affidate all’agente della riscossione entro il 2015 che dovrebbero essere cancellate automaticamente. Usare il condizionale è d’obbligo per rispondere al nostro lettore, dal momento che bisognerebbe approfondire meglio il campo dei debiti effettivamente a lui caricati e iscritti a ruolo. Anche perché durante il passaggio parlamentare della
Legge di Bilancio, la sanatoria delle cartelle ha avuto non pochi cambiamenti rispetto al testo originario.
E a dire il vero i cambiamenti maggiori li ha avuti proprio la cancellazione d’ufficio delle
cartelle esattoriali.
La nuova cancellazione delle cartelle esattoriali 2023
Cambiamenti che possono essere considerati radicali, quelli sopraggiunti nella legge di Bilancio sulla sanatoria delle cartelle esattoriali. Infatti ciò che sembrava sicuro e cioè la cancellazione di tutte le cartelle affidate all’agente della riscossione entro il 2015 se di importo inferiore a 1.000 euro, ha perso potenza. Dalla cancellazione “tout court” si è passati allo stralcio delle cartelle per i debiti diversi da quelli delle Agenzie fiscali, delle amministrazioni statali e delle gestioni contributive pubbliche. Niente più cancellazione quindi per le cartelle degli enti pubblici come i Comuni o le Regioni. Ma il nostro lettore però parla di cartelle relative ai contributi previdenziali non versati all’INPS, e in questo caso essendo contributi da versare a enti previdenziali pubblici, le cartelle dovrebbero rientrare nella cancellazione dell’ufficio come lui sostiene e come lui, tra le righe spera.
Che significa stralcio e non cancellazione?
Come dicevamo, non possiamo dare una risposta sicura al nostro lettore. Una risposta sicura potrebbe averla a condizione che ci spieghi meglio cosa effettivamente ha ricevuto dall’Agenzia delle Entrate Riscossione e quando. In pratica bisogna capire se le cartelle esattoriali di
Equitalia, che era il concessionario della riscossione fino al 2017 e quindi quello che avrebbero dovuto mandare le cartelle esattoriali di questi contributi al nostro lettore, sono arrivate entro il 2015. Infatti pur essendo contributi previdenziali dal 2011 al 2013, non è detto che tutti e tre i trimestri non versati, sono diventati cartella in tempo per rientrare nella nuova cancellazione. Inoltre bisognerà verificare se nel frattempo il debito di 900 euro iniziale, è rimasto sotto l’importo di 1.000 euro. Infatti la cancellazione delle cartelle sotto i 1.000 euro significa una cartella complessiva di sanzioni, interessi e spese di notifica.
Se da 900 euro la cartella, come ipotizziamo, è salita sopra i 1.000 euro, ecco che la cancellazione viene meno. E dalla cancellazione si passa allo stralcio. Sempre che il Comune, la Regione o l’altro ente diverso da quelli prima citati, non decidano diversamente.
Niente sanzioni e interessi, ma stralcio meno appariscente
Il lettore nel caso in cui questi debiti abbiano superato i
1.000 euro, dovrebbe poter sfruttare la seconda parte della sanatoria, ovvero la rottamazione. Infatti per i debiti divenuti ruolo e affidati al concessionario, tra il primo gennaio 2000 ed il 30 giugno 2022 c’è la possibilità di pagare in 18 rate le cartelle esattoriali che rientrano nel provvedimento. Tra queste come dicevamo, proprio quelle di importo superiore a 1.000 euro e magari diventate di competenza di Agenzia delle Entrate Riscossione o di Equitalia dopo il 2015. Il nostro lettore, se le sue cartelle non rientrano nella
cancellazione d’ufficio, nonostante siano relative a debiti che hanno proprio nella cancellazione il loro provvedimento principe, potrebbero godere di sconti sulle sanzioni e sugli interessi di ritardata iscrizione a ruolo. E poi di un pagamento in 18 rate trimestrali dal 2023 al 2027. La prima rata da pagare entro il 31 luglio 2023, la seconda rata il 30 novembre 2027.