In questi giorni sui canali della tv pubblica viene trasmesso di continuo lo spot sul canone Rai 2016, che ricorda come quest’anno, con l’inserimento in bolletta, il pagamento del contributo per la tv pubblica sia più facile. Nel contempo però va in onda Sanremo e l’occasione è ghiotta per rispolverare una polemica: se è vero che il canone Rai in bolletta servirà a combattere l’evasione, e se è vero che questo significherà nuove entrate per le casse dell’Erario, non sarebbe opportuno un controllo di qualità sui programmi trasmessi? Chi vigila per evitare che si paghi il canone Rai per tv spazzatura?
I toni della polemica hanno assunto anche carattere politico per via delle dichiarazioni di Matteo Salvini che ha criticato i soldi spesi per ospitare a Sanremo Elton John.
E sempre nelle ultime ore arriva anche il monito della Chiesa contro la tv spazzatura. A parlare è don Marco Scattolon, parroco di Rustega, che ha lanciato un monito contro gli sperperi della tv pubblica svelando di aver rifiutato gli inviti della Rai alle trasmissioni “La vita in diretta” e “Uno mattina” “perché, per cinque minuti di una possibile intervista, mi avrebbero pagato viaggio, taxi, albergo e un giorno di turismo: mi sembravano spese eccessive”. Don Marco ha spiegato “basta con questa pubblicità martellante sul canone che sembra quasi dire che ci facciano un favore”, nelle parrocchie “tenere la televisione in oratorio ci costa più di duecento euro di canone” e a cosa serve? “dove finiscono i nostri soldi del canone? La nostra tv è diventata scuola di cucina più che di cultura; imperversano i giochi a quiz che distribuiscono sogni sui soldi e diseducano tutti”.
Due punti di vista diversi che però portano alla stessa riflessione: le petizioni contro il canone Rai si baseranno sulla scarsa qualità dei contenuti delle trasmissioni?