Attualmente, il testo della Legge di Bilancio per il 2025 non prevede disposizioni che possano mantenere la riduzione del canone RAI a 70 euro annui, introdotta eccezionalmente nel 2024. Questo significa che, salvo interventi o emendamenti durante il dibattito parlamentare, il canone tornerà al suo valore precedente di 90 euro l’anno.
La decisione rappresenta un’inversione di tendenza rispetto all’anno in corso e si traduce in un incremento annuale di 20 euro. Un importo che che potrebbe sembrare limitato, ma che avrà comunque un impatto sul bilancio delle famiglie italiane, già provato dall’aumento e dai crescenti costi energetici.
Con il rincaro dei costi energetici e la spinta inflazionistica, ogni aumento, anche modesto, può fare la differenza. Per molte famiglie italiane, il canone RAI è visto come una spesa obbligatoria aggiuntiva, che si somma a un carico già consistente di costi per la gestione domestica. Il ritorno alla cifra di 90 euro può apparire come un passo indietro, specie considerando la necessità di alleggerire le spese delle famiglie in tempi economicamente complessi.
Perché la tassa è in bolletta
Anche per il 2025, il pagamento del canone RAI sarà, a prescindere dall’importo che si andrà a pagare, effettuato tramite la bolletta dell’energia elettrica, modalità introdotta nel 2016 per contrastare l’evasione della tassa.
La scelta di includere il canone RAI nella bolletta dell’elettricità risale a un’iniziativa di qualche anno (precisamente il 2016) fa per contrastare l’evasione fiscale. Con il canone direttamente incluso nella bolletta, il governo italiano ha mirato a garantire una maggiore raccolta delle entrate, riducendo la possibilità di elusione da parte degli utenti.
Questa modalità ha effettivamente portato ad un aumento significativo delle entrate derivanti dal canone, assicurando una base economica stabile per il servizio pubblico radiotelevisivo, ma ha anche suscitato dibattiti riguardo alla sua equità e necessità.
Tuttavia, l’Europa ha ammonito l’Italia chiedendo di far uscire la tassa sulla televisione dalla bolletta, in quanto si tratta di una modalità contraria ai principi di trasparenza e costituzionalità.
Canone RAI 2025: la distribuzione in fattura
Pur se il canone RAI 2025 tornerà a 90 euro annui, tale somma totale verrà, quindi, ancora suddivisa in 10 rate di pari importo (ovvero 5 rate) nella tariffa che verrà addebitata mensilmente o bimestralmente a seconda della frequenza con cui l’utente riceve la propria bolletta.
Al di là dei casi di esenzione canone RAI, pertanto, per chi riceve la bolletta mensile, il costo salirà a 9 euro al mese da gennaio a ottobre, mentre per chi riceve la bolletta bimestralmente, il canone sarà di 18 euro ogni due mesi. Questa ripartizione ha sempre il vantaggio di distribuire l’impatto del costo del canone RAI su un periodo più ampio, evitando un esborso unico che potrebbe gravare ulteriormente sul bilancio familiare. Tuttavia, il ritorno alla cifra di 90 euro potrebbe riaprire il dibattito su quanto sia opportuno mantenere il canone in bolletta e su possibili alternative. Strade queste, che almeno per ora, non appaio all’orizzonte.
Riassumendo
- Il canone RAI 2025 (salvo colpi di scena) tornerà a 90 euro, aumentando di 20 euro rispetto al 2024.
- Il testo della legge di bilancio 2025, tuttavia, è ancora in discussione al Parlamento.
- Il pagamento sarà, comunque, tramite bolletta elettrica, distribuito in tariffa mensile o bimestrali.
- L’aumento inciderà sul bilancio delle famiglie italiane, già provate da altri rincari.
- L’addebito in bolletta mira a ridurre l’evasione ma solleva dubbi di equità.
- Discussioni future potrebbero rivedere il sistema di pagamento, ma non nel 2025.
- Pianificare il bilancio familiare può aiutare a gestire meglio l’impatto del canone.