Da diverso tempo ormai si parla di riforma del canone RAI. Dopo l’introduzione dell’imposta in bolletta, infatti, l’Europa ci ha chiesto in più occasioni di intervenire per cambiare il sistema, ma non solo. Adesso anche l’attuale governo Meloni pare intenzionato ad agire apportando modifiche. Ma quali? Come e quanto pagheremo il canone RAI dal prossimo anno?
Facciamo il punto sulle decisioni prese e quelle in arrivo.
Pagamento canone RAI: come funziona
Chiunque detenga uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione dei programmi televisivi deve per legge (R.D.L.21/02/1938 n.246) pagare il canone TV.
In sintesi, è tenuto a pagare il canone RAI chiunque abbia “apparecchiature munite di sintonizzatore per la ricezione del segnale (terrestre o satellitare) di radiodiffusione dall’antenna radiotelevisiva”. Ne consegue che un comune televisore rimane soggetto a canone anche se successivamente privato del sintonizzatore stesso (ad esempio perché lo si intende utilizzare solo per la visione di DVD).
A quanto ammonta il canone RAI e come si paga
Per l’anno 2022 e per il 2023 l’importo del canone di abbonamento alla televisione per uso privato è rimasto invariato e ammonta a 90 euro.
Il pagamento avviene mediante addebito sulle fatture emesse dalle imprese elettriche in dieci rate mensili, da gennaio a ottobre di ogni anno. Se nessun componente della famiglia anagrafica, tenuta al versamento del canone, è titolare di contratto elettrico di tipo domestico residenziale il canone deve essere versato con il modello F24 entro il 31 gennaio. C’è anche la possibilità di procedere con addebito sulla pensione.
Il modello F24 deve essere utilizzato per il pagamento del canone anche da parte dei cittadini per i quali la fornitura di energia elettrica avviene nell’ambito delle reti non interconnesse con la rete di trasmissione nazionale.
- in un’unica soluzione annuale, entro il 31 gennaio (90,00 euro);
- in due pagamenti semestrali, rispettivamente entro il 31 gennaio e il 31 luglio (45, 94 euro a rata);
- in quattro rate trimestrali, rispettivamente entro il 31 gennaio, il 30 aprile, il 31 luglio e il 31 ottobre (23, 93 a rata).
Per poter pagare il canone TV direttamente con addebito sulla pensione, invece, è necessario farne richiesta al proprio ente pensionistico entro il 15 novembre dell’anno precedente a quello cui si riferisce l’abbonamento. L’agevolazione riguarda tutti i cittadini, titolari di abbonamento alla televisione, con un reddito di pensione, percepito nell’anno precedente a quello della richiesta, non superiore a 18.000 euro. Le modalità di presentazione della domanda sono stabilite da ciascun ente, che provvederà poi a comunicare al pensionato l’esito della domanda e, in caso affermativo, a certificare successivamente che l’intero importo dovuto per il canone di abbonamento alla televisione è stato pagato.
Requisiti per non pagare il canone RAI: i casi di esonero
Non sono tenuti al pagamento del canone RAI, poiché esonerati, i contribuenti appartenenti alle seguenti categorie:
- cittadini ultrasettantacinquenni;
- diplomatici;
- militari stranieri.
Inoltre, i contribuenti titolari di un’utenza elettrica per uso domestico residenziale, per evitare l’addebito del canone TV in bolletta, possono dichiarare che in nessuna delle abitazioni dove è attivata l’utenza elettrica a loro intestata è presente un apparecchio tv sia proprio che di un componente della loro famiglia anagrafica, presentando la dichiarazione sostitutiva con l’apposito modello.
Con lo stesso modello, i contribuenti titolari di un’utenza elettrica per uso domestico residenziale possono certificare la non detenzione, in nessuna delle abitazioni dove è attivata l’utenza elettrica ad essi intestata, di un ulteriore apparecchio televisivo oltre a quello per cui è stata precedentemente presentata una denunzia di cessazione dell’abbonamento televisivo per suggellamento, da parte del titolare o dei loro familiari.
Il modello può essere utilizzato anche da un erede per dichiarare che nell’abitazione in cui l’utenza elettrica è ancora temporaneamente intestata a un soggetto deceduto, non è presente alcun apparecchio TV. In aggiunta, può essere utilizzato anche per:
- segnalare che il canone è dovuto in relazione all’utenza elettrica intestata a un altro componente della stessa famiglia anagrafica del quale deve essere indicato il codice fiscale;
- comunicare la modifica delle condizioni, precedentemente attestate.
A tal proposito, è importante ricordare che queste dichiarazioni sostitutive hanno validità annuale.
Riforma canone RAI 2023: le proposte di modifica
Da diverso tempo ormai il canone RAI è oggetto di dibattito. Le proposte di modifica, tuttavia, sono diventate sempre più concrete da quando l’Ue ha chiesto una riforma del sistema di finanziamento del servizio pubblico radiotelevisivo italiano. Il motivo principale è perché considerato un “onere improprio”.
Per di più, con l’accesso dell’Italia al PNRR, il Paese ha la necessità di andare incontro alle richieste di Bruxelles. Che cambia quindi? Per il 2023, niente. Quest’anno quindi il canone RAI si continuerà a pagare in bolletta o nei modi sopra indicati. Le condizioni da cui dipende il pagamento o l’esenzione, inoltre, rimangono gli stessi.
Si è parlato anche ultimamente di un eventuale aumento, ma anche in questo caso l’ipotesi avanzata non ha poi trovato un riscontro concreto in una proposta ufficiale.
C’è invece un’ampia possibilità che il canone RAI – a partire dal prossimo anno – non venga più accreditato in bolletta. Le eventuali modifiche, comunque, è molto probabile che vengano ufficializzate con la pubblicazione della prossima legge di bilancio. Quindi, niente di ufficiale almeno fino alla fine dell’anno.
Il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, ha per di più affermato che la sua intenzione – appoggiata dalla maggioranza in Governo – sia proprio quella di eliminarlo. Non solo quindi addio canone RAI dalla bolletta della luce, ma ci potrebbe essere uno smantellamento definitivo.