In un comunicato stampa odierno l’Aduc solleva altri dubbi sul pagamento del canone Rai in bolletta dopo che alcuni gestori di energia elettrica hanno sottolineato il costo, per loro, della nuova operazione. Cosa accade se il contribuente paga la bolletta contenente il canone Rai solo in parte? E se il gestore versa in ritardo il canone Rai all’Agenzia delle Entrate? Sui pagamenti in ritardo delle bollette le sanzioni e gli interessi possono essere applicati anche sulla parte riguardante il Canone Rai? E cosa accade se nel corso dell’anno un contribuente decide di cambiare il gestore che eroga il servizio di energia elettrica? Tutti dubbi leciti cui il decreto attuativo dovrebbe fornire una risposta chiara e immediata, facilmente comprensibile per il contribuente e attuabile per il gestore del servizio.
Pubblichiamo in versione integrale il
comunicato stampa dell’Aduc.
Firenze, 16 Febbraio 2016. Solo qualche settimana fa, il presidente di Assoelettrica, Chicco Testa, durante un dibattito televisivo ironizzava sull’eccessivo “allarmismo” da noi creato sul canone Rai.Ieri è scaduto il termine per l’emanazione del decreto ministeriale che avrebbe dovuto dare le indicazioni su come riscuotere il canone Rai in bolletta, e del decreto non si vede nemmeno l’ombra. E solo ora che anche le aziende elettriche scalpitano perche’ non sanno cosa devono fare (ma rischiano sanzioni), il canone in bolletta diventa per loro una questione complicata. Così Assoelettrica predispone una nota (1) e pubblica un documento (2) “sulla problematica del canone in bolletta”. Andiamo con ordine ed esaminiamo i quesiti posti da Assoelettrica, rielaborandoli a tutela del contribuente. In caso di cambio di gestore elettrico le dieci mensilità sono frazionate fra diversi gestori e i contribuenti rischiano di pagare due volte la stessa rata per via di doppie fatturazioni. Il problema è concreto e il decreto ministeriale dovrà prevedere un meccanismo che metta al riparo i contribuenti dal rischio di pagare il canone non 100 euro ma 120. Cosa succede se il fornitore – prassi frequente – ritarda ad inviare le bollette? Il contribuente diventa moroso senza colpa? Anche in questo caso il decreto deve escludere che i pagamenti mancati o ritardati per colpa del fornitore ricadano sul contribuente, imputando ai fornitori stessi gli interessi moratori sul canone non pagato (così si risolverebbe anche il problema dei ritardi cronici dei gestori nella fatturazione). Se il contribuente paga parzialmente la bolletta, omettendo il pagamento del canone, si può arrivare al distacco della luce? Riteniamo di no, poiché il distacco della corrente elettrica riguarda il rapporto contrattuale fra fornitore e utente, è strumento contrattuale e non “sanzionatorio” fiscale. Il decreto dovrà chiarire che il mancato pagamento del canone non può in ogni caso comportare il distacco della corrente elettrica. In caso di pagamento parziale della bolletta, a quale credito va imputata la somma corrisposta? Secondo Assoelettrica, se la bolletta è di 100,00 euro, di cui 20,00 di canone, e il cliente paga solo 70,00 euro senza specificare a cosa quella somma si riferisce, i 70,00 euro dovrebbero andare a coprire gli importi relativi all’energia e agli interessi e non il canone. Assoelettrica tira l’acqua al suo mulino, ma il decreto dovrà tutelare il contribuente presumendo a monte che – salvo indicazione diversa da parte dell’utente stesso – in caso di pagamento parziale si soddisfi prima l’erario e poi la società privata. Vi è poi una parte del documento che a nostro avviso merita particolare attenzione, perchè riteniamo che Assoelettrica sia caduta in un equivoco. Le società elettriche non sono l’Agenzia delle Entrate e non sono Equitalia: la legge di stabilità prevede che siano un mero tramite, un veicolo per il pagamento dell’imposta, non altro. Di conseguenza, il decreto dovrà chiarire questo aspetto e i relativi dubbi che Assoelettrica pone: in caso di ritardo nel pagamento della bolletta, la compagnia elettrica può chiedere interessi moratori sul ritardato pagamento del canone? No, decisamente no. Primo perchè non può lucrare su somme che non sono sue ma dello Stato; secondo perchè è un mero tramite delle somme che entrano, se e quando entrano. Gli aspetti patologici del rapporto fisco-contribuente (ad esempio ritardi, interessi e sanzioni) devono essere gestiti fra erario e cittadino. Nella nota inoltre Assoelettrica chiede come gestire i reclami sul canone e le richieste di rimborso di canoni già versati non dovuti (chiedendo maliziosamente, come prevedono le norme dell’Autorita’ sull’energia, anche di essere esentata dall’obbligo di rispondere al reclamo entro 40 giorni e di corrispondere un indennizzo economico al cliente in caso di mancata risposta o risposta incompleta ad un reclamo che abbia ad oggetto – anche – il canone Rai). Ribadiamo il concetto: la società elettrica NON e’ l’Agenzia delle Entrate, ma un mero tramite, che non ha e non deve avere alcuna parte attiva nel contenzioso stragiudiziale relativo al canone in bolletta. E’ importante che il decreto tanto atteso chiarisca anche questo punto. La chiave di lettura del documento che solleva dubbi e perplessità sul canone in bolletta è fornita nella prima pagina del documento: “ci preme sottolineare l’impatto, in termini di costi, che gli operatori dovranno sostenere in fase implementativa, con riferimento in particolare ai costi di realizzazione dei nuovi sistemi, di organizzazione di nuovi processi aziendali e di mantenimento e aggiornamento per i prossimi anni di questa procedura, ai quali si aggiungono i costi rilevanti relativi alla gestione ordinaria. Gli operatori pertanto rinnovano la richiesta di un’adeguata remunerazione per l’espletamento di tale servizio pubblico che rappresenta un ulteriore onere che va ad appesantire sensibilmente i bilanci delle imprese”. Assoelettrica teme poi le sanzioni previste dalla legge di stabilità, disposizione giudicata “iniqua a maggior ragione perchè l’operatore non è remunerato per il servizio svolto”. I cahiers de doléances di Assoelettrica servono quindi a pianger miseria, e a battere cassa. Le soceità elettriche chiedono al Governo che i cittadini/contribuenti paghino per pagare un’imposta. Non conosciamo i costi che le società elettriche potrebbero sostenere per questa criticabile e criticata scelta del canone in bolletta, nè sappiamo se l’operazione può esser fatta a costo zero o se ci “stiano provando”. Una cosa è certa: questa operazione non può pesare sulle tasche degli italiani, la lotta all’evasione del canone Rai (con tutte le criticità che abbiamo analizzato (3)) non può passare per ulteriori esborsi da parte dei cittadini, diretti o indiretti che siano. Se non è possibile riscuotere l’imposta senza costi per le società elettriche, il Governo faccia un passo indietro sul canone in bolletta. La Rai ci martella da settimane con spot su quanto è semplice pagare 100,00 euro di canone, le spese per la riscossione non devono ricadere sui cittadini. 100,00 euro, non uno di più.