Accogliendo le note rimostranze della Commissione europea sul tema, il premier Mario Draghi intende porre fine al canone RAI in bolletta. La decisione è legata al varo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Bruxelles aveva eccepito già sotto il governo Renzi che si tratti di un onere improprio, cioè non legato ai consumi di energia elettrica.
Il canone RAI si paga in bolletta sin dal 2015. Fu così che l’allora premier Matteo Renzi intese affrontare di petto il problema dell’elevata evasione del balzello, il più detestato dagli italiani.
Grazie al canone RAI, Viale Mazzini incassa ogni anno qualcosa come 1,8 miliardi di euro, a fronte dei 642 milioni di fatturato pubblicitario nel 2020. Di fatto, i suoi conti dipendono essenzialmente dal balzello. Tuttavia, se andiamo a guardare i bilanci precedenti alla riscossione del canone RAI in bolletta, scopriamo che la TV di stato incassava tanto quanto. In effetti, da un lato si è quasi azzerata l’area dell’evasione, dall’altro è stato ridotto l’importo della tassa.
Canone RAI e contraccolpi in Mediaset
Certo, c’è il rischio che la RAI incassi di meno con il ritorno all’evasione di molti di quegli utenti costretti a pagare negli ultimi anni. A meno che lo stato non decidesse di rialzare l’importo, avvicinandolo ai livelli medi europei, ben maggiori dei nostri. Sarebbe una stangata per le famiglie, ma i conti di Viale Mazzini non ne risentirebbero in peggio. Tuttavia, ieri le azioni Mediaset hanno reagito negativamente alla notizia. Un apparente paradosso, visto che l’eliminazione del canone RAI in bolletta danneggerebbe la principale concorrente.
In realtà, proprio Cologno Monzese rischia di più dall’operazione. La TV del Biscione si finanzia integralmente grazie alla pubblicità: 1,8 miliardi di euro il fatturato nel 2020.