Continuano a girare indiscrezioni forti sulla possibilità di prevedere anche il canone rai smartphone. Il primo a prospettare questa possibilità, ricordiamo, è stato l’Amministratore delegato del Gruppo RAI, Carlo Fuortes, il quale aveva definito il canone come una tassa non congrua rispetto agli impegni della televisione nazionale italiana e rispetto a quanto si paga in altri paesi europei.
Il presupposto della tassa
Estendere il canone RAI anche ai dispositivi multimediali (telefonini, smartphone, tablet, computer, ecc.) significherebbe stravolgerne il presupposto.
Oggi come oggi, il presupposto della tassa è il possesso del televisore in casa.
Se in famiglia non è presente alcun televisore, è possibile sottrarsi all’addebito del canone, inviando all’Agenzia delle Entrate una dichiarazione sostitutiva di non detenzione, compilando il quado A del relativo modello (vedi anche Canone RAI 2022, la scadenza per chiedere l’esonero si avvicina).
Canone RAI smartphone: ecco il perché
Sulla base dell’attuale normativa, dunque, oggi se manca la TV in casa ma si possiedono, invece, solo computer, smartphone, tablet, ossia dispositivi multimediali che permettono anche di guardare online film e programmi televisivi (tra cui la RAI in streaming o con applicazione Raiplay), il canone RAI non è dovuto (bisogna però sempre presentare la dichiarazione sostitutiva di cui al paragrafo precedente).
Si fa strada, tuttavia, come anticipato in premessa, anche il canone rai smartphone ed altri dispositivi. Cartlo Fuortes ha più volte evidenziato, a questo proposito, come anche attraverso tali dispositivi è possibile godere dei servizi della televisione nazionale.
Inoltre, il canone rai in Italia, con i suoi 90 euro annui, risulta essere al di sotto di molti altri Paesi dell’Europa. Da fonti del web, ad esempio, in Francia siamo sui 133 euro annui, in Germania al di sopra dei 200 euro, in Croazia oltre i 130 euro.
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