Capire e gestire le lettere di compliance del fisco

Il contribuente che riceve lettere di compliance può pagare con ravvedimento operoso oppure difendersi attraverso diversi canali
7 mesi fa
2 minuti di lettura
lettere compliance
Foto © Licenza Creative Commons

Quando l’Agenzia delle Entrate individua delle discrepanze nelle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti, quest’ultimi ricevono delle comunicazioni ufficiali note come “lettere di compliance”. Queste lettere segnalano specifiche anomalie rispetto ai dati fiscali che i contribuenti hanno fornito, confrontandoli con quelli disponibili nelle banche dati dell’Amministrazione finanziaria.

Le “lettere di compliance” sono un primo passo preventivo prima che l’Agenzia proceda con un avviso di accertamento ufficiale. Ricevere una tale lettera offre al destinatario la possibilità di correggere eventuali errori o omissioni.

Questo può essere fatto attraverso il ravvedimento operoso, una procedura che permette di regolarizzare la propria posizione fiscale ammettendo volontariamente un errore.

D’altra parte, se i contribuenti ritengono che le informazioni contenute nella lettera di compliance non riflettano accuratamente la loro situazione fiscale, hanno il diritto di contestarle. Possono farlo inviando all’Agenzia delle Entrate ulteriori documenti o chiarimenti che possano aver mancato nella loro dichiarazione iniziale.

Il contenuto della lettera

Le lettere di compliance rappresentano, quindi, un importante strumento di dialogo tra l’Agenzia delle Entrate e i contribuenti. Esse servono non solo a correggere eventuali errori in maniera proattiva, ma anche a garantire che tutte le parti siano correttamente informate sui loro obblighi e diritti fiscali.

Facendo così, l’Agenzia delle Entrate si assicura di mantenere un sistema fiscale equo e trasparente per tutti i contribuenti.

Le comunicazioni possono essere inviate attraverso due canali: la Posta Elettronica Certificata (PEC) o, nei casi in cui il destinatario non disponga di un indirizzo PEC attivo o registrato, tramite posta ordinaria. La lettera include una descrizione dettagliata dell’anomalia riscontrata, l’identificativo della comunicazione, e un elenco dettagliato delle categorie di reddito che risultano non dichiarate secondo l’Anagrafe Tributaria (ad esempio, reddito da lavoro dipendente, reddito da locazione, ecc.).

Inoltre, le lettere di compliance sono accompagnate da istruzioni utili su come utilizzare il “Cassetto fiscale”, il canale “CIVIS” e su come compilare una dichiarazione integrativa per correggere l’anomalia, oltre che come versare le imposte con il ravvedimento operoso.

Queste risorse sono cruciali per facilitare ai contribuenti il processo di autocorrezione.

Lettere di compliance: i canali per difendersi

Per i contribuenti che necessitano di assistenza o informazioni aggiuntive sulle lettere di compliance ricevute, l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione diverse soluzioni.

È possibile contattare la Sezione di Assistenza Multicanale (SAM) al numero verde gratuito 800.90.96.96 da un telefono fisso o al numero 06.96668907 da un cellulare. Il servizio è disponibile dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 17, selezionando l’opzione per i “servizi con operatore – comunicazione per l’adempimento spontaneo”.

Alternativamente, è possibile rivolgersi alla Direzione Provinciale di competenza o a uno degli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate.

I contribuenti, inoltre, hanno anche la chance di trasmettere la documentazione giustificativa a propria dispolpa attraverso l’applicativo CIVIS, sia autonomamente sia attraverso un intermediario abilitato ai servizi telematici (commercialista, consulente del lavoro, CAF, ecc.).

Riassumendo…

  • le lettere di compliance rappresentano, quindi, un importante strumento di dialogo tra l’Agenzia delle Entrate e i contribuenti
  • con dette comunicazioni, l’Agenzia offre la possibilità al contribuente di fare ancora il ravvedimento operoso nonostante si sia accorta delle anomalie
  • il contribuente che riceve la lettera può, comunque, difendersi contattando l’Agenzia Entrate oppure fornendo la documentazione a propria dispolpa mediante il canale CIVIS.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

superbonus
Articolo precedente

Crediti superbonus. Così si liberano i lavori e si supera il blocco alla compensazione

imu
Articolo seguente

IMU 2024 del militare: diritti e requisiti per non pagare