Avere una pensione alta o meno dipende soprattutto da quanti contributi sono stati versati nel corso della propria vita lavorativa, ciò vale sicuramente per i lavoratori che sono interamente soggetti al sistema di calcolo contributivo. Ma la stessa cosa si può dire anche per coloro i quali nel 1995 avevano una contribuzione pari almeno a 18 anni. In tale ultimo caso, post legge Fornero, le anzianità contributive maturate successivamente al 31 dicembre 2011 sono soggette al “contributivo”.
Detto ciò, nel sistema di calcolo contributivo è prevista una rivalutazione annuale dei contributi ossia del montante contributivo che il lavoratore ha messo da parte anno per anno, andando a costruire il tesoretto ai fini della maturazione del diritto alla pensione.
La rivalutazione si basa sul c.d. coefficiente di capitalizzazione.
Da cosa dipende questo coefficiente? Come si calcola il monte contributivo?
La capitalizzazione delle pensioni
Diciamo subito che la rivalutazione del montante contributivo va fatta al 31 dicembre di ogni anno.
Come detto la rivalutazione tiene conto di un coefficiente di capitalizzazione.
Nei fatti, la rivalutazione tiene conto della media delle variazioni del Pil nell’ ultimo quinquennio. Il coefficiente di rivalutazione non può essere inferiore a 1, salvo recupero da effettuare sulle rivalutazioni successive.
In particolare, il tasso annuo di capitalizzazione e’ dato dalla variazione media quinquennale del prodotto interno lordo, (PIL) nominale, appositamente calcolata dall’Istituto nazionale di statistica (ISTAT), con riferimento al quinquennio precedente l’anno da rivalutare.
In pratica, la rivalutazione dei contributi è stabilita dall’Istat, che ogni anno pubblica un coefficiente di capitalizzazione. Questo coefficiente si applica al montante contributivo acquisito al 31 dicembre dell’anno precedente per calcolare il montante contributivo rivalutato, che sarà utilizzato per ottenere l’importo dell’assegno pensionistico.
Dunque:
- vanno esclusi i contributi maturati nell’ultimo anno;
- la rivalutazione ha effetto per le pensioni con decorrenza dal 1° gennaio dell’anno immediatamente successivo.
Nel 2023, il tasso di capitalizzazione è stato pari a 1,023082, che corrisponde a una rivalutazione pensioni 2024 del 2,3%.
Il montante è rivalutato annualmente sulla base del tasso di capitalizzazione risultante dalla variazione media quinquennale del Pil.
Si veda il comunicato 2023 del Ministero del lavoro sulla rivalutazione del montante contributivo.
Capitalizzazione pensioni. Come aumentare il proprio montante contributivo
A questo punto bisogna capire come si calcolo il montante contributivo ai fini della rivalutazione.
Per determinare il montante contributivo dei contributi bisogna (Fonte portale INPS):
- individuare la base imponibile annua (retribuzione annua per gli iscritti alle gestioni pensionistiche dei lavoratori dipendenti oppure reddito annuo per gli iscritti alle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi) corrispondente ai periodi di contribuzione obbligatoria, volontaria, figurativa, da riscatto o da ricongiunzione fatti valere dall’assicurato in ciascun anno;
- calcolare l’ammontare dei contributi di ciascun anno moltiplicando la base imponibile annua per l’aliquota di computo del 33% in caso di lavoratore dipendente oppure per l’aliquota di computo del 20% in caso di lavoratore autonomo. Per i parasubordinati l’aliquota varia dal 17% al 27%;
- determinare il montante individuale dei contributi sommando l’ammontare dei contributi di ciascun anno, rivalutato annualmente sulla base del tasso annuo di capitalizzazione risultante dalla variazione media quinquennale del Prodotto Interno Lordo (PIL), calcolata dall’ISTAT con riferimento al quinquennio precedente.
L’importo così ottenuto costituisce quindi il montante contributivo per i periodi maturati dopo il 31 dicembre 1995.
Nel complesso: la rivalutazione del montante contributivo su base composta deve essere effettuata al 31 dicembre di ciascun anno, escludendo i contributi dell’ultimo anno lavorato, e ha effetto per le pensioni con decorrenza dal 1° gennaio dell’anno immediatamente successivo.
Riassumendo…
- La legge prevede una rivalutazione annuale dei contributi accantonati anno per anno;
- la rivalutazione tiene conto della media delle variazioni del Pil nell’ ultimo quinquennio antecedente l’anno da rivalutare;
- la rivalutazione è strettamente legata alla crescita economica del paese;
- nel 2023, il tasso di capitalizzazione è stato pari a 1,023082;
- chi andrà in pensione nel 2024 avrà una rivalutazione del 2,3% montante contributivo acquisito al 31 dicembre 2022.