Caregiver in pensione: cosa succede se muore l’assistito

I caregiver che vanno in pensione con Ape Sociale rischiano di perdere il diritto se muore l’assistito. Come dice la normativa.
7 mesi fa
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caregiver

I beneficiari maggiori di Ape Sociale in Italia sono i caregiver. Cioè coloro che possono anticipare l’uscita dal lavoro per assistere in via continuativa familiari in condizioni di disabilità grave. Occorre anche aver compito 63 anni e 5 mesi di età è possedere almeno 30 anni di contributi, ma non è questo il punto su cui vogliamo focalizzare l’attenzione del lavoratore.

La condizione di caregiver, in questo caso specifico, è il terzo fondamentale requisito per per poter beneficiare dello scivolo pensionistico previsto da Ape Sociale.

In assenza di tale condizione che deve esere debitamente dimostrata, non è possibile sfruttare l’anticipo pensionistico prima del compimento dei 67 anni di età. T

ale requisito, però, può venire a mancare anche dopo aver ottenuto il trattamento pensionistico. In pratica, se la persona che si assiste muore a finisce in una struttura sanitaria, cosa succede alla pensione del beneficairio?

Quando il caregiver perde il diritto alla pensione

Ebbene il dubbio non è di poco conto, anche perché se i requisiti anagrafici e contributivi sono certi, quello di caregiver non lo è. Poiché dipende dall’esistenza in vita della persona che si assiste e la misura previdenziale erogata tramite Ape Sociale è di natura temporanea non essendo una pensione vera e propria. Se l’assistito muore, anche l’erogazione dell’anticipo pensionistico di Ape Sociale viene meno.

Quindi la domanda è questa: un lavoratore rischia di dover rientrare al lavoro se l’assistito decede? La risposta è no. A fare chiarezza sulla questione che spesso ha trovato impreparati molti consulenti e lavoratori è l’Inps. Con il messaggio n. 1481 del 4 aprile 2018 sono spiegati i casi in cui il diritto non è revocato d’ufficio.

In breve, Ape Sociale non può essere riconosciuta a chi assiste un parente invalido se, alla data di decorrenza effettiva del trattamento, l’assistito è deceduto. Al contrario, il diritto non è pregiudicato se il decesso si verifica dopo la data di decorrenza effettiva del trattamento pensionistico.

A tal proposito ricordiamo che Ape Sociale decorre dal primo giorno del mese successivo alla data di presentazione della domanda. Pertanto è solo in questo lasso di tempo che il diritto potrebbe venire meno. Se ciò non avviene, il trattamento decadrà solo al raggiungimento dei requisiti per la pensione. Oppure se il beneficiario accumula altri redditi da lavoro per i quali è prevista la sospensione del pagamento.

Chi sono i caregiver, come farsi riconoscere dall’Inps

I caregiver rientrano nella casistica dei beneficiari di Ape Sociale. Ma esattamente quali requisiti che bisogna possedere e dimostrare? In Italia, al momento, non esiste un vero e proprio “riconoscimento” ufficiale dello status di caregiver. Tuttavia, questo non significa che non ci siano diritti e benefici per chi si prende cura di un familiare non autosufficiente. Per poter accedere a queste tutele, è importante che il caregiver sia riconosciuto come tale dall’Asl di residenza.

Per farlo è necessario prendere contatti con la struttura sanitaria locale per ricevere informazioni e supporto per la compilazione della scheda di riconoscimento del caregiver. Sarà necessario presentare anche una serie di documenti che attestino la condizione di disabilità della persona assistita e il ruolo di cura svolto dal caregiver. Tra questi:

  • Richiesta di riconoscimento dell’invalidità civile (ai sensi della legge 104/92 art. 3 comma 3);
  • Certificato medico attestante la gravità della disabilità;
  • Eventuale documentazione che attesti l’assenza di altri familiari in grado di provvedere all’assistenza.

Inoltre, ai fini della domanda di Ape Sociale, l’assistenza del familiare deve essere svolta gratuitamente e per un periodo continuativo da almeno 6 mesi. L’assistenza a un parente o un affine di secondo grado convivente è ammessa qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età.

Oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.

Infine, il riconoscimento di caregiver può essere concesso a un solo familiare o persona esterna dell’assistito e la nomina deve essere fatta formalmente dalla persona in condizioni di disagio. Inoltre l’assistito non deve risultare ricoverato presso una casa di riposo o in ospedale.

Riassumendo…

  • I caregiver che vanno in pensione con Ape Sociale rischiano di perdere il diritto se muore l’assistito.
  • Se la prestazione è già stata erogata dall’Inps, il pagamento dell’indennità non viene sospeso.
  • Per ottenere il riconoscimento dello status di caregevir bisogna recarsi all’Asl locale.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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