Gli stipendi degli italiani sono sempre gli stessi e le bollette della luce ne erodono una buona parte. Proprio per questo il mantra del momento continua a essere “risparmio” con la R maiuscola. Non tutti sanno, però, che anche le lucine rosse di alcuni dispositivi generano un consumo così come il caricabatterie attaccato alla presa. Prestando attenzione ad essi si potrà cominciare a fare la differenza in bolletta.
Per risparmiare il più possibile in un contesto storico come quello che stiamo vivendo, intatti, è importante, ora più che mai, adottare dei comportamenti virtuosi per non sprecare energia elettrica.
Lo standby
Lasciare gli apparecchi in standby può causare un consumo energetico che viene chiamato anche “consumo fantasma”. Esso può variare a seconda del tipo di dispositivo che si utilizza: un televisore, ad esempio, consuma di più di un telecomando o di un caricabatterie attaccato alla presa. È vero che il consumo di un singolo apparecchio può sembrare minimo ma se nella stessa casa ci sono più dispositivi, la quota di consumo è ovviamente più alta. Cosa si dovrebbe fare allora per non impattare in bolletta?
Prima di tutto scollegare gli apparecchi che non si utilizzano sempre, come ad esempio la tv o il pc. Scollegare significa togliere l’alimentatore dalla corrente per cui, per velocizzare i tempi, si potrebbe utilizzare una presa multipla alla quale collegare tutti gli apparecchi. Basterà infatti un solo gesto per spegnerla.
Anche utilizzare dei timer programmabili per l’accensione/spegnimento dei dispositivi potrebbe rivelarsi una soluzione. Per risparmiare sulla bolletta della luce, infine, si dovrebbe optare per l’acquisto di dispositivi a basso consumo energetico.
Caricabatterie attaccato alla presa, quanto mi costi!
Anche se il consumo può essere basso, il caricabatterie attaccato a una presa di corrente consuma comunque energia elettrica e la potenza del caricabatterie nonché l’efficienza energetica ne influenzano il consumo.
Non tutti lo sanno ma anche il dispositivo collegato al caricabatterie completamente carico può consumare energia. Si tratta di un consumo quasi impercettibile ma che, a lungo andare, potrebbe rovinare anche la batteria del proprio telefono. Quindi, oltre al danno anche la beffa: non solo si avrebbero bollette un poco più alte ma si consumerebbe denaro prezioso anche per acquistare un nuovo smartphone. Quindi non avrà senso tenere il telefono sempre in carica in quanto così facendo si continuerebbero a consumare all’incirca 0.20 watt di energia. Si tratta di una cifra irrisoria, circa 60 centesimi all’anno se il collegamento durerà 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Se però nella stessa casa ci abiteranno 4 persone e tutte si comporteranno allo stesso modo, allora le cifre diventeranno più importanti anche perché si sommeranno agli altri sprechi derivanti da altri dispositivi lasciati in standby come televisore e pc.
Il primo, ad esempio, può consumare da 1 a 5 watt di energia. Tale valore, però, può variare a secondo delle dimensioni e delle funzionalità. Anche il secondo può consumare da 1 a 5 watt di energia. Se, però, si imposta la modalità sospensione o ibernazione il dispendio di energia può essere più basso.
Anche il modem/router consuma da 2 a 10 watt di corrente mentre il frigorifero da 1 a 5 watt a seconda del modello e delle funzionalità. Ovviamente quest’ultimo non si può staccare dalla corrente per cui il suggerimento per risparmiare è quello di acquistarne uno di classe energetica superiore che rispetto a una inferiore permetterà di risparmiare più del 50% di energia in un solo anno di attività.
Come direbbe un utente Twitter “Il caricabatterie, una piccola fonte di potere che rianima i nostri dispositivi elettrodomestici”.