Dal 2020 mangeremo carne sintetica. Anzi sarebbe meglio dire che il nuovo mercato sarà attivo negli Usa ma sicuramente coinvolgerà anche il resto del mondo nel futuro non senza molti punti interrogativi. Sarà possibile la vendita di carne sintetica grazie alle colture cellulari; si tratta di una ricerca che ha impiegato anni, basti pensare che il primo hamburger fatto in laboratorio è datato 2013 e costò 325mila dollari.
Carne sintetica dal 2020 sulle nostre tavole?
La notizia è stata resa nota dalla United States Department of Agriculture(Usda) e dalla Food and Drug Administration (Fda).
I nodi sul nome e i costi
Il nome carne sintetica sembra provvisorio. Non si sa ancora come realmente si chiamerà questa carne, che carne non sarà, ma sicuramente avrà lo scopo di ridurre l’uccisione di animali per soddisfare i bisogni dell’uomo. Mancano anche alcuni passaggi industriali e una politica che dovrà sicuramente puntare ad abbassare il costo. Il nulla osta alla commercializzazione è partito e questo sembra già un passo avanti negli Usa tanto che le aziende che intendono occuparsi di questo mercato hanno ipotizzato come data reale il 2020. Tra le aziende che negli ultimi anni hanno seguito questo mercato ci sono anche le americane Memphis Meat e Finless Food.
Quanto costerà
Ma come si ottiene questa carne sintetica? Come scrive Il Messaggero si punta a creare grossi quantitavi di cellule muscolari animali con una parte di cellule grasse per ricreare il sapore della vera carne. Il nome carne artificiale sarà quanto meno evitato e non si tratta soltanto di una scelta commerciale, legata al fatto che i clienti non apprezzerebbero un prodotto con un nome che rimanda a qualcosa di finto, ma anche perché i produttori di carne vera sembrano contro l’idea di dare un nome simile a un prodotto che non prevede la macellazione di animali.
Ad investire sulla carne artificiale è anche la start up Future Meat Technology che punta a ridurre il prezzo per renderla appetibile ad una larga fetta di clienti. Si parla, adesso, di 700 dollari al chilo, una cifra che sembra molto alta ma che potrebbe scendere tra un paio d’anni, considerando che il famoso hamburger del 2013 era costato 3.500 dollari.
Come reagirebbe il mercato italiano
In tutto ciò si parla di mercato estero mentre, secondo la Cia-Agricoltori Italiani, i consumatori del nostro paese non acquisterebbero questo tipo di carne derivata da laboratorio. Anche Coldiretti non sembra dare un riscontro positivo: “si tratta di una abile operazione di marketing che punta a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione”. Gli italiani sarebbero preoccupati delle conseguenze che queste tecnologie potrebbero portare ai prodotti alimentari. La questione resta sospesa ma intanto il numero di persone che per una scelta etica hanno deciso di non mangiare più carne derivante dalla macellazione di animali è in costante crescita a livello globale.