Energia meno cara, buone notizie alla pompa con risvolti positivi sull’inflazione

Il caro energia sembra allentare la morsa sui bilanci delle famiglie, con possibili risvolti positivi per l'inflazione già nel mese di marzo.
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Caro energia, verso inflazione in calo?
Caro energia, verso inflazione in calo? © License Creative Commons

Il governo Meloni è da poco intervenuto per contrastare il caro bollette, stanziando 3 miliardi di euro quasi perfettamente ripartiti tra famiglie e imprese. Il tema è sensibilissimo, perché tocca le tasche di tutti gli italiani. La buona notizia è che forse ci sta pensando il mercato a dare una mano. Il caro energia continua a preoccupare l’Europa, ma nelle ultime settimane il quadro sembra evolvere verso un certo miglioramento.

Petrolio giù con negoziato di pace

Le quotazioni del petrolio (Brent) sono scese sotto i 70 dollari al barile e ai minimi dal settembre scorso. Era schizzato fino a circa 82,50 dollari solamente a febbraio.

Alcune novità stanno impattando i prezzi. L’OPEC+ ha deciso di accelerare il ritmo per l’aumento dell’offerta dopo anni di tagli. Sembra un modo per ingraziarsi l’amministrazione Trump, che in cambio sta concedendo un negoziato di pace alla Russia e un palcoscenico internazionale all’Arabia Saudita, due principali produttori del cartello allargato.

Nel frattempo, il cambio euro-dollaro ha ripreso quota. Era sprofondato a 1,03 alla fine di febbraio, mentre è arrivato a salire fin quasi a 1,09 e ancora oggi si aggira a quasi 1,08. Una moneta unica più forte ci consente di ridurre il caro energia, importando petrolio dall’estero a costi effettivi inferiori. Prendendo in considerazione tale dato, otteniamo che in questa prima parte del mese di marzo il Brent lo compriamo in media a 65 euro al barile. Nello stesso periodo dello scorso anno, il costo stava a 76 euro. Da allora, registra un crollo del 16-17%. Alla pompa il carburante inizia a costare qualche centesimo in meno, con la benzina ridiscesa sotto 1,80 euro al litro per la prima volta in 2 mesi.

Boom del gas problematico per l’inflazione

Ma il caro energia è alimentato ancora dal gas. Alla Borsa di Amsterdam oggi scambia in area 42,25 euro per Mega-wattora contro i meno dei 25 di un anno fa. Un boom di quasi il 75% che continua a pesare sui conti delle famiglie e delle imprese produttrici. Anche in questo caso, tuttavia, siamo già a -26% dal picco di poche settimane fa, quando i prezzi si portarono sopra i 58 euro. Il crollo è stato provocato dalle notizie sull’apertura del negoziato di pace sull’Ucraina tra Stati Uniti e Russia. Il mercato sconta una distensione tra Mosca e Occidente per il prossimo futuro, sebbene le sanzioni del secondo restino ai massimi livelli e di recente sono state persino potenziate.

A febbraio l’inflazione nell’Eurozona è scesa al 2,4%, restando ben sopra il target del 2% fissato dalla Banca Centrale Europea (BCE). In Italia, è risalita all’1,7%. Proprio il caro energia ha accelerato la corsa dei prezzi al consumo nel nostro Paese negli ultimi mesi. Fino all’autunno scorso, infatti, questi erano saliti a ritmi spesso inferiori all’1%.

Caro energia decisivo sui tassi BCE

Il calo dell’inflazione farebbe bene all’economia, perché farebbe venire meno una delle principali fonti di ansia per i consumatori e ridurrebbe la perdita del loro potere di acquisto.

Allo stesso tempo, favorirebbe la prosecuzione del taglio dei tassi di interesse, che già per il board di aprile della BCE è in forse. E tassi più bassi a loro volta possono stimolare la domanda interna (consumi e investimenti), nonché ridurre i costi di emissione per il debito, accelerando la discesa del deficit fiscale e/o i margini di sostegno alla crescita a disposizione del governo. Solo nelle prossime settimane verificheremo se il caro energia si stia effettivamente sgonfiando o se i miglioramenti sul fronte del greggio verranno più che compensati dai peggioramenti tendenziali sul mercato del gas.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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