Intervenendo sui vantaggi del reddito di cittadinanza, Di Maio ha più volte messo in luce anche la possibilità che il sussidio aiuti l’economia stimolando i consumi. In quest’ottica si inserisce la proposta dell’Uncem. Vincolare la possibilità di usare la carta del reddito di cittadinanza solamente ai negozi del vicinato. Ogni beneficiario quindi dovrebbe utilizzare il sussidio nel quartiere in cui vive. La ratio della proposta appare abbastanza chiara: in questo modo infatti il reddito di cittadinanza non gioverebbe solo a chi lo riceve ma sarebbe un aiuto concreto anche per realtà che subiscono più di altre il peso della crisi economica.
Nel testo della missiva che il presidente Uncem, Marco Bussone, ha inviato al vicepremier Luigi Di Maio, si legge infatti “nelle aree montane assistiamo a una continua desertificazione commerciale, senza più un negozio o un bar, e nelle aree urbane l’esercente di quartiere, senza alcuna catena alle spalle, è in crisi. Abbiamo in Italia 200 Comuni senza un negozio. Chiediamo al governo di stabilire criteri di utilizzo del reddito di cittadinanza che privilegino i piccoli negozi in modo che quelle risorse restino sul territorio e valorizzino i sistemi economici locali”.
Poi specifica che non si tratterebbe di meri “aiuti di stato, ma di altre formule sostenibili per immaginare percorsi virtuosi affinché si aumentino i fatturati dei negozi. Altrimenti – conclude – avremo perso un’occasione per supportare aree rurali e urbane dove c’è tanto bisogno di tornare a guardare alla bottega sotto casa e all’esercizio di prossimità”. Il meccanismo che vincola l’uso della carta a livello geografico potrebbe di base ricalcare quello che ne proibisce l’utilizzo per gli acquisti online. Facile immaginare però che ne scaturirebbero anche polemiche in merito ai paletti nella libertà di chi beneficia del reddito di cittadinanza ma che, per motivi personali, si trova più comodo a fare spesa nel grande centro commerciale di un altro quartiere in cui trova prezzi più convenienti.