La carta di soggiorno per i cittadini extracomunitari, come quasi tutti gli altri permessi per cittadini non italiani, è assoggettata soprattutto alle condizioni reddituali del richiedente. E in base al reddito molto cambia, perché esiste la carta di soggiorno per il lungo periodo, che vale 10 anni e c’è anche quella da 2 anni. Perché il reddito è fondamentale? perché in Italia chi vuole ottenere la carta di soggiorno deve dimostrare che ha le fonti utile al sostentamento proprio e dei suoi eventuali familiari a carico.
“Buonasera, sono un cittadino Tunisino che da ormai tanti anni sta in Italia ed è commerciante con Partita Iva. Devo rinnovare il mio permesso di soggiorno, ma in Questura mi dicono che devo avere un reddito di oltre 13.000 euro per poter ottenere il permesso di soggiorno di 10 anni. Altrimenti mi concederanno quello di 2 anni. Ma dopo aver speso in documenti e tasse oltre 400 euro per rinnovare il permesso, non vorrei che tra meno di 2 anni dovrò spendere di nuovo questa cifra. Tra l’altro come reddito sarò sui 7.000 euro, ma prendo anche il reddito di cittadinanza da 550 euro al mese. La somma dovrebbe bastare per permettermi di ottenere il permesso di 10 anni. Secondo voi è così?”
Carta di soggiorno e redditi del richiedente, ecco come fare nel 2023
I permessi di soggiorno in Italia per gli stranieri sono collegati al reddito del cittadino straniero. Perché il reddito risulta fondamentale per dimostrare la propria capacità di sostentamento. La Questura che ha interpellato il nostro lettore non ha fatto e detto nulla di strano. Infatti il requisito reddituale è ritenuto fondamentale da tutte le Questure in sede di rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno. “Il permesso di soggiorno o il suo rinnovo sono rifiutati se vengono a mancare i requisiti richiesti per l’ingresso e il soggiorno nel territorio dello Stato”.
Limiti di reddito per la carta di soggiorno
Il limite reddituale utile al permesso e alla durata dello stesso è argomento molte volte poco chiaro ai più. Dal punto di vista degli importi il reddito è lo stesso che il Testo Unico Immigrazione usa per i ricongiungimenti familiari. Serve un reddito minimo annuo derivante da fonti lecite non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale aumentato della metà dell’importo dell’assegno sociale. E per ogni familiare da ricongiungere, come stabilito dall’articolo n° 29 comma 3/b del Testo Unico Immigrazione. Se il richiedente è lavoratore autonomo, il parametro di riferimento non è l’assegno sociale, ma il limite reddituale al di sotto del quale si è considerati, dalle normative vigenti, esenti dal ticket sanitario.
In linea di massima, il reddito che deve essere quello dell’anno precedente a quello della richiesta, non deve essere inferiore a 6.542,21 euro se il richiedente è single. Per richiedente ed un familiare il reddito deve essere non inferiore a 9.813,77 euro e sale a 13.085,02 euro in caso di richiedente e 2 familiari a carico, come per il nostro lettore.
Dovrebbe bastare anche l’autocertificazione
Per dimostrare il reddito utile al rinnovo o alla concessione del permesso, servono le buste paga o le dichiarazioni dei redditi. Che vanno mostrate alla Questura che deve valutare la concessione o meno del permesso nonché la durata di tale permesso.
“Ai fini del rinnovo del permesso di soggiorno, fermo restando quanto previsto dall’articolo n° 22, comma 11, del Testo Unico Immigrazione, la documentazione attestante la disponibilità di un reddito da lavoro o da altra fonte lecita, sufficiente al sostentamento proprio e dei familiari conviventi a carico può essere accertata d’ufficio sulla base di una dichiarazione temporaneamente sostitutiva resa dal diretto interessato”, così recita la normativa.