È dovuta l’imposta di bollo per gli estratti conto relativi alle “carte prepagate” date ai dipendenti, collegate alla “carta principale” intestata all’azienda?
Si tratta della domanda posta all’Agenzia delle Entrate e risolta nella Risposta n. 457/E dell’8 ottobre 2020.
La funzione della carta prepagata destinata ai dipendenti e collegata alla carta principale dell’azienda è quella di facilitare le movimentazioni di denaro tra quest’ultima ed i propri dipendenti, evitando, dunque, di dover di volta in volta effettuare il rimborso spesa (si pensi alle spese di vitto e alloggio per le trasferte).
L’esenzione dall’imposta di bollo per le note spese dei dipendenti
L’Amministrazione finanziaria, innanzitutto richiama cosa stabilisce la legge, in tema di imposta di bollo sugli estratti, conto. Viene, quindi, ricordato che, in base all’art.13, comma 2, della Tariffa, Parte prima, allegata al DPR n. 642 del 1972 è prevista
“l’applicazione dell’imposta di bollo fin dall’origine, nella misura di euro 2,00 per ogni esemplare, per gli estratti di conti, nonché lettere ed altri documenti di addebitamento o di accreditamento di somme, portanti o meno la causale dell’accreditamento o dell’addebitamento e relativi benestare quando la somma supera euro 77,47)”.
La nota n. 1, allo stesso comma 2, dell’art. 13 dispone, tuttavia, che
“I documenti relativi a rapporti tra enti ed imprese ed i propri dipendenti o ausiliari ed intermediari di commercio o spedizionieri non sono soggetti all’imposta”.
In altri termini, la richiamata disposizione prevede che non sono soggette ad imposta di bollo “le note spese che vengono compilate dai dipendenti che, compiendo ad esempio trasferte, sostengono spese addebitabili al datore di lavoro e da questi rimborsabili”.
Secondo l’Agenzia delle Entrate, dunque, poiché le carte prepagate in esame hanno la stessa funzionalità appena descritta, è possibile concludere, nella Risposta n. 457/E del 2020, che anche il relativo estratto conto può considerarsi esente da bollo.
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