La Corte di Cassazione italiana, con l’ordinanza n. 24616 del 13 settembre 2024, ha riaffermato la validità della notifica della cartella esattoriale, chiarendo le modalità con cui l’Agente della Riscossione può dimostrare l’effettivo recapito di tale documento. Questo pronunciamento ribadisce la centralità della procedura di notifica nell’attività di riscossione fiscale e chiarisce i limiti e i requisiti per l’impugnazione del contribuente.
Il caso giudiziario è nato dall’opposizione di un contribuente che ha contestato la prova della notifica della cartella esattoriale.
Questo approccio segue una linea giurisprudenziale consolidata che riconosce il valore probatorio della copia fotostatica non autenticata, a meno che non sia contestata con chiarezza. Le semplici obiezioni generiche del contribuente, infatti, non sono sufficienti a invalidare la prova presentata dall’Agente della Riscossione.
Notifica cartella esattoriale: il ricorso in Cassazione
Il contribuente ha, quindi presentato, ricorso alla Corte di Cassazione, contestando la validità probatoria della fotocopia della notifica della cartella esattoriale. Secondo il ricorrente, l’assenza di una vidimazione formale e la separazione della copia della relata di notifica dalla cartella esattoriale stessa costituivano difetti che ne compromettevano la validità. Inoltre, ha sostenuto che la fotocopia prodotta non era sufficiente a confermare l’identità dell’agente notificante, sollevando dubbi sulla regolarità dell’intera procedura.
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del contribuente, chiarendo che la prova della notifica di una cartella esattoriale può essere fornita tramite la relata di notifica o, in alternativa, l’avviso di ricevimento. Questa decisione si basa su un’interpretazione consolidata della normativa e confermata da precedenti giurisprudenziali (come la sentenza della Cassazione n. 23426/2020).
La Corte ha evidenziato che la cartella esattoriale rappresenta semplicemente la stampa dell’estratto conto dell’ente creditore, mentre il titolo esecutivo è costituito dal ruolo, ossia l’insieme dei crediti iscritti a favore dell’ente. Non vi è dunque un obbligo esplicito di presentare la cartella stessa in giudizio, poiché la sola presenza della relata di notifica o dell’avviso di ricevimento è ritenuta sufficiente per comprovare il perfezionamento della procedura di notifica.
Come dimostrare il disconoscimento
In merito alla possibilità di contestare il debito della cartella esattoriale e la prova della notifica, la Corte si è soffermata sulla disciplina del disconoscimento della copia fotostatica, ovvero la contestazione della corrispondenza tra la copia presentata e l’originale. In base all’articolo 2719 del Codice Civile, la Corte ha stabilito che il contribuente può disconoscere la copia fotostatica, ma tale disconoscimento deve essere esplicito, chiaro e specifico. La semplice contestazione generale non è ritenuta sufficiente. La parte che intende contestare la copia deve fornire una dichiarazione circostanziata, indicando gli aspetti specifici per cui si ritiene che la copia differisca dall’originale.
Questo pronunciamento evidenzia la necessità di una contestazione rigorosa e dettagliata: non basta un’obiezione generica sulla conformità della copia all’originale. Il contribuente è tenuto a indicare in modo preciso le difformità o le incongruenze che ritiene presenti nella copia prodotta dall’Agente della Riscossione.
Provare la notifica cartella esattoriale: il significato della pronuncia
La decisione della Corte di Cassazione ha importanti implicazioni per i contribuenti e per l’Agente della Riscossione. Da un lato, chiarisce che l’ente di riscossione non è obbligato a produrre in giudizio la cartella esattoriale originale, ma può limitarsi a fornire la relata di notifica o l’avviso di ricevimento. Dall’altro, impone al contribuente che intenda contestare la conformità della notifica di farlo in modo dettagliato e preciso, evitando obiezioni generiche che non verranno accolte dal giudice.
Per i contribuenti, questa sentenza sottolinea l’importanza di adottare un approccio attento e scrupoloso nel caso in cui intendano contestare la notifica di una cartella esattoriale. La Cassazione ha stabilito che la fotocopia della notifica è sufficiente a costituire prova a meno che il contribuente non ne dimostri in modo chiaro l’incongruenza con l’originale. In altre parole, il contribuente che vuole mettere in discussione la validità della notifica è tenuto a presentare elementi concreti a supporto della propria posizione.
Per contestare efficacemente una cartella esattoriale, il contribuente deve dunque fare attenzione a:
- Raccogliere prove documentali che supportino la contestazione;
- Indicare con precisione le difformità tra copia e originale;
- Evitare contestazioni generiche o dichiarazioni poco circostanziate.
Riassumendo
- La Cassazione ha confermato che la relata di notifica basta per validare la cartella esattoriale.
- La Commissione Tributaria Regionale ha ritenuto sufficienti fotocopie non contestate formalmente dal contribuente.
- Il disconoscimento della notifica deve essere chiaro, preciso e circostanziato.
- Non è necessario presentare l’originale della cartella esattoriale in giudizio.
- Contestazioni generiche non sono ammesse; il contribuente deve indicare difformità specifiche.
- La sentenza chiarisce il ruolo della prova documentale nella riscossione fiscale.