Perchè nel 2025 diremo addio alle cartelle esattoriali e cosa cambia per i contribuenti

Dal 2025, la riforma fiscale eliminerà gradualmente le cartelle esattoriali, semplificando la riscossione con accertamenti esecutivi più rapidi ed efficaci.
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Piazza pulita delle cartelle esattoriali, ecco quelle che scadono il 31 dicembre 2024 e da non pagare più nel 2025
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Dal 1° gennaio 2025 il sistema nazionale di riscossione fiscale ha avviato una trasformazione significativa che impatterà anche sulle cartelle esattoriali 2025.

Infatti con il Decreto Legislativo n. 110/2024, decreto di riforma della riscossione il Governo punta a semplificare e rendere più efficiente il processo di recupero dei crediti fiscali. Segnando il progressivo abbandono dell’iscrizione a ruolo e dell’emissione delle tradizionali cartelle esattoriali.

Questa rivoluzione normativa non riguarda solo gli aspetti tecnici della riscossione, ma avrà anche un impatto diretto su milioni di contribuenti, i quali dovranno adattarsi a nuove modalità di gestione dei propri obblighi fiscali.

Si tratta di una delle riforme più rilevanti nel contesto fiscale degli ultimi anni, con implicazioni che spaziano dall’accesso più agevole alla rateizzazione dei debiti fino a innovazioni come il discarico automatico delle cartelle inesigibili.

Il sistema attuale: iscrizione a ruolo e cartelle esattoriali

Attualmente, il recupero dei crediti fiscali avviene attraverso un processo articolato che inizia con l’iscrizione a ruolo.

Il ruolo è un elenco contenente i nominativi dei debitori e le somme da essi dovute, formato dall’ente creditore e trasmesso all’Agenzia delle Entrate-Riscossione (ADER).

Successivamente, l’ADER provvede a notificare ai contribuenti le cartelle di pagamento relative alle somme indicate.

Se il debito non viene saldato entro 60 giorni dalla notifica, la cartella diventa esecutiva, permettendo all’ADER di attivare procedure cautelari o esecutive, come ipoteche, fermi amministrativi e pignoramenti e altre azioni esecutive o cautelari.

La Riforma: estensione degli accertamenti esecutivi

Con la nuova riforma, le peculiarità degli accertamenti esecutivi vengono estese a una gamma più ampia di atti del Fisco. Con il graduale abbandono della riscossione mediante iscrizione a ruolo ed emissione della relativa cartella.

Ecco perchè si parla di concentrazione della riscossione nell’accertamento.

Come noto, gli accertamenti esecutivi, diventano titolo esecutivo ossia valido per attivare azioni di recupero del credito trascorso il termine utile per presentare ricorso (60 gg).

Negli accertamenti è riportato l’avviso che, dopo 30 giorni dalla scadenza della data prevista per il pagamento, la riscossione delle somme richieste sarà affidata all’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Un piccolo cenno tecnico alla procedura in parola ci aiuterà a capire meglio la fase del passaggio del debito dal Fisco all’ADER.

Per gli accertamenti esecutivi l’“affidamento formale” della riscossione in carico all’Agente” (trasmissione del carico) coincide con la data di trasmissione del flusso di carico (che è effettuata con cadenza giornaliera – decorsi 60 giorni dalla notifica degli atti nonché 30 giorni dal termine ultimo per il pagamento).

Si veda la circolare ADE n°2/2017.

Dunque viene ribadito sia il termine di 60 gg che quello di 30 come sopra individuati.

A ogni modo, il contribuente viene a conoscenza che l’Agenzia delle entrate-riscossione è stata incaricata del recupero tramite una lettera di presa in carico del credito. 

Post riforma fiscale, in maniera graduale tale procedura riguarderà anche: gli atti di recupero dei crediti non spettanti o inesistenti utilizzati in compensazione, gli avvisi inerenti al recupero di tasse, imposte e importi non versati, gli atti di irrogazione delle sanzioni e gli avvisi di rettifica e liquidazione diventeranno esecutivi trascorsi 60 giorni dalla notifica.

In tal modo si accelera il processo di riscossione e si riducono i tempi di recupero dei crediti.

Maggiore accesso alla rateizzazione

Un aspetto rilevante della riforma riguarda anche l’ampliamento delle possibilità di rateizzare i debiti fiscali. A partire dal 2025, per chi documenta la propria difficoltà economica potrà richiedere da 84 a 120 rate. In tal modo si riconosce ai contribuenti un periodo più lungo per saldare i propri debiti. Si può rateizzare la cartella anche a 7 anni con una semplice richiesta online.

Questa misura è volta a facilitare l’adempimento degli obblighi fiscali, soprattutto per coloro che si trovano in temporanea difficoltà economica.

Discarico automatico delle cartelle inesigibili

Un’altra novità introdotta è il discarico automatico delle cartelle esattoriali dopo cinque anni di tentativi infruttuosi di riscossione.

Le quote affidate all’Agenzia delle entrate-Riscossione a decorrere dal 1° gennaio 2025 e non riscosse entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di affidamento sono automaticamente discaricate secondo quanto stabilito con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze.

Dal 2025, l’agente della riscossione restituirà all’ente creditore le cartelle per le quali non è stato possibile recuperare il credito entro cinque anni, permettendo all’ADER di concentrarsi su crediti effettivamente esigibili e migliorando l’efficienza complessiva del sistema di riscossione.

Blocco dei rimborsi in presenza di debiti scaduti

La riforma prevede anche che, in presenza di cartelle esattoriali scadute, l’Agenzia delle Entrate utilizzerà automaticamente eventuali rimborsi fiscali spettanti al contribuente per saldare il debito, senza necessità di consenso da parte del contribuente stesso. Questa procedura diventa obbligatoria dal 2025 e si applica ai rimborsi superiori a 500 euro.
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Conclusioni

La riforma della riscossione fiscale  in vigore dal 2025 rappresenta un cambiamento significativo nel panorama fiscale italiano.

L’abbandono progressivo delle cartelle esattoriali tradizionali, l’estensione degli accertamenti esecutivi, l’ampliamento delle possibilità di rateizzazione, il discarico automatico delle cartelle inesigibili e il blocco dei rimborsi in presenza di debiti scaduti sono misure che mirano a rendere il sistema più efficiente e a facilitare l’adempimento degli obblighi fiscali da parte dei contribuenti.

È fondamentale che i cittadini siano informati su queste novità per adeguarsi tempestivamente alle nuove disposizioni e gestire al meglio la propria posizione fiscale.

Riassumendo…

  • Addio alle cartelle esattoriali tradizionali: dal 2025, il sistema basato sull’iscrizione a ruolo e sulle cartelle esattoriali sarà progressivamente sostituito da accertamenti esecutivi estesi a più atti fiscali, accelerando i tempi di riscossione.
  • Accertamenti esecutivi più ampi: gli atti del Fisco, come avvisi di pagamento, rettifiche e sanzioni, diventeranno immediatamente esecutivi dopo 60 giorni dalla notifica, eliminando la necessità di ulteriori passaggi amministrativi.
  • Rateizzazione estesa: i contribuenti potranno dilazionare i pagamenti fino a 120 rate, offrendo maggiore flessibilità e supporto a chi affronta difficoltà economiche.
  • Discarico delle cartelle inesigibili: le cartelle non riscuotibili entro cinque anni saranno automaticamente cancellate, consentendo al sistema di concentrarsi sui crediti effettivamente recuperabili.
  • Blocco dei rimborsi per debiti scaduti: eventuali rimborsi fiscali superiori a 500 euro saranno automaticamente utilizzati per coprire i debiti esistenti, senza necessità di consenso da parte del contribuente.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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