Cartelle esattoriali a rate? Ecco le novità, quante rate si possono ottenere, importi da versare e limiti

Si fa un gran parlare ultimamente di cartelle esattoriali e di novità nella riscossione per via della riforma fiscale. In effetti la riforma della riscossione ha introdotto numerose novità per le cartelle esattoriali. In primo luogo la possibilità di chiedere rate ben più lunghe di quelle di oggi. E parliamo delle rate ordinarie naturalmente e non delle rate provenienti da provvedimenti di sanatoria e condoni come possono essere considerati quelli della rottamazione delle cartelle. Oggi infatti le regole sono piuttosto restrittive in materia. Con piani di rateizzazione che per molti sono troppo corti. Ecco quindi che la novità riguarda proprio
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Cartelle esattoriali a rate? Ecco le novità, quante rate si possono ottenere, importi da versare e limiti
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Si fa un gran parlare ultimamente di cartelle esattoriali e di novità nella riscossione per via della riforma fiscale. In effetti la riforma della riscossione ha introdotto numerose novità per le cartelle esattoriali. In primo luogo la possibilità di chiedere rate ben più lunghe di quelle di oggi. E parliamo delle rate ordinarie naturalmente e non delle rate provenienti da provvedimenti di sanatoria e condoni come possono essere considerati quelli della rottamazione delle cartelle.

Oggi infatti le regole sono piuttosto restrittive in materia.

Con piani di rateizzazione che per molti sono troppo corti. Ecco quindi che la novità riguarda proprio l’incremento del periodo di ammortamento, come può essere considerato il piano di rateazione ordinario.

Cartelle esattoriali a rate? Ecco le novità, quante rate si possono ottenere, importi da versare e limiti

Le cartelle esattoriali possono essere pagate anche a rate ed a prescindere da rottamazione delle cartelle o da provvedimenti di sanatoria. La rateizzazione ordinaria infatti è un uno strumento che tutti i contribuenti alle prese con le cartelle esattoriali possono utilizzare. Il fatto che la riforma del riscossione sta preparando l’ampliamento del numero delle rate che è possibile richiedere è un qualcosa però che partirà dal primo gennaio 2025.

Infatti la riforma della riscossione di cui abbiamo parlato in precedenza non fa altro che portare la possibilità di ottenere fino a 120 rate mensili per molti più contribuenti rispetto ad oggi.
La rateazione a 120 rate è ammessa già oggi. Ma solo per contribuenti che hanno difficoltà economiche oggettive, documentabili e soprattutto documentate. Per gli altri contribuenti rate al massimo pari a 72 mesi. Per chi ha debiti ingenti e cartelle altrettanto ingenti, ecco quindi che la notizia di un aumento delle rate è molto attesa.

La riforma della riscossione e cosa comporta per le rate ordinarie

Ma per arrivare a 120 rate ci vorrà tempo. Infatti nel 2025 a riforma della riscossione aperta, le rate arriveranno a massimo 84.

E sarà così anche per il 2026. Il programma della riforma della riscossione infatti va di biennio in biennio. Pertanto per le richieste di rateizzazione del 2027 e del 2028 gli interessati potranno arrivare a chiedere 96 rate. Poi per le richieste del 2029 e del 2030 le rate richiedibili saranno 108 ed infine dal 2031 si passerà alle tanto agognate 120 rate.
La novità quindi è spalmata nel tempo. Fatto sta che oggi, chi intende chiedere le rateizzazioni, magari per evitare fermi e pignoramenti, dovrà attenersi alle attuali regole che prevedono al massimo 72 rate. Chi invece può aspettare, perché non ha ancora ricevuto avvisi di imminenti pignoramenti o fermi amministrativi dei veicoli, potrà posticipare la richiesta al 2025, magari spuntando 84 rate.

Ecco la guida ai piani di rateizzazione delle cartelle esattoriali

Va detto comunque che per le rate ordinarie non si può scendere sotto un determinato importo. Perché anche oggi che le rate al massimo arrivano a 72 mesi, non è possibile che per debiti di 3.000 euro per esempio, al contribuente vengano concesse 72 rate. Le rate del piano di ammortamento del debito infatti devono essere di importo costante, ma soprattutto la rata minima non può essere inferiore a 50 euro. Il contribuente può anche scegliere di pagare con rate che salgono anno dopo anno, lasciando da parte il principio delle rate costanti. Ma l’importo minimo non può essere evitato.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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