La recente rivoluzione nel trattamento delle cartelle esattoriali, oggetto di ampio dibattito nelle ultime ore, introduce un’importante disposizione riguardante i debiti ritenuti irrecuperabili: le cartelle esattoriali verranno azzerate dopo 5 anni.
Questa novità, insieme alla possibilità di estendere la rateizzazione fino a 10 anni (120 rate), rappresenta una delle due misure più significative introdotte dalla riforma della riscossione. Queste novità emergono contemporaneamente alle polemiche scaturite dall’attuazione della riforma fiscale, con i contribuenti indebitati che vedono con favore l’opportunità di alleviare i propri debiti, mentre le opposizioni e una considerevole parte della stampa, vicina alle minoranze di governo, denunciano un condono mascherato e una normativa che sembra favorire gli evasori.
Durante una puntata di “Porta a Porta” su Rai Uno, condotta da Bruno Vespa, il viceministro Leo ha confermato queste misure, difendendo con forza l’azione dell’esecutivo. Ma quali sono i reali benefici di questi provvedimenti e a chi sono effettivamente diretti? In particolare, per quanto riguarda l’azzeramento delle cartelle esattoriali dopo 5 anni, la realtà sembra discostarsi dalle aspettative.
“Buongiorno, ho sentito dire che adesso le cartelle esattoriali vecchie di 5 anni non andranno più pagate. Dal momento che ne ho diverse, potete dirmi se c’è da fare domanda, sempre che la notizia che gira in queste ore è vera? Gradirei molto un provvedimento del genere. Infatti non ho voluto aderire alla sanatoria chiamata rottamazione quater perché avrei dovuto pagare molti soldi ad ottobre e non avevo liquidità. Grazie mille in anticipo per la vostra eventuale risposta.”
Cartelle esattoriali azzerate dopo 5 anni, ecco la verità sulla misura e chi ne gioverà
Ogni riforma della riscossione deve bilanciare due interessi:
- agevolare chi non riesce a pagare le tasse.
- incassare quanto più possibile senza sprecare tempo, energia e risorse.
Nasce così l’idea di spalmare fino a 10 anni i debiti di chi decide di fare pace con il Fisco.
Naturalmente, come spiegato dal Viceministro, con interessi. Perché le dilazioni non devono gravare sullo Stato. Il Viceministro Leo ha detto che è uno strumento che “viene incontro ai contribuenti”, e nessuno può negare che una dilazione così lunga, e senza particolari adempimenti se si esclude la domanda telematica, sarebbe un valido aiuto.
Alla pari dell’altra misura che riguarda le cartelle esattoriali azzerate dopo 5 anni. E probabilmente questo è il provvedimento più divisivo tra i due. Perché come dicevamo in premessa, molti considerano questo provvedimento un favore per gli evasori fiscali.
Cartelle esattoriali azzerate dopo 5 anni, è un condono a favore degli evasori?
L’essenza della riforma proposta si focalizza principalmente sulle cartelle esattoriali che, diventate potenzialmente non esigibili a causa della loro obsolescenza dopo i 5 anni precedentemente menzionati, potrebbero essere cancellate.
Tuttavia, è fondamentale prestare attenzione al fatto che questa cancellazione non avviene, come si potrebbe credere a una prima lettura, a carico dei contribuenti, ma piuttosto dall’archivio degli insoluti del concessionario incaricato della riscossione. In effetti, Leo ha specificato che una cartella sarebbe eliminata dal registro di Agenzia delle Entrate Riscossione.
Questa pratica si applica a un ingente volume di vecchie pendenze, situazione già esistente ai tempi di Equitalia, prima che quest’ultima fosse sostituita dall’Agenzia delle Entrate Riscossione nel 2017. La procedura prevede che la cartella venga annullata e il relativo debito riassegnato all’Amministrazione di origine. Benché siano necessari ulteriori chiarimenti sull’attuazione di questo provvedimento, al momento questa sembra essere la direzione intrapresa.
Ad esempio, per un bollo auto scaduto che risulta in una cartella esattoriale, il debito verrebbe restituito alla Regione debitrice. Spetterà poi a quest’ente locale decidere se tentare nuovamente di riscuotere l’importo o considerarlo definitivamente irrecuperabile.
La riforma fiscale ormai in dirittura di arrivo
Ricapitolando, una mano tesa ai contribuenti con la nuova riforma fiscale che li agevola. Naturalmente non tutti possono essere aiutati, e ci sarà sempre chi godrà di benefici maggiori rispetto ad un altro. I punti cardine però sembrano votati verso un aiuto concreto a molti contribuenti. Del concordato preventivo si parla poco, ma molte partite Iva potrebbero usarlo. In modo tale da fissare il reddito su cui pagare le tasse a prescindere da tutto, e senza eventuali controlli da parte del Fisco per due anni di imposta.
Il taglio degli scaglioni IRPEF, per stessa conferma del Viceministro, aiuta il ceto medio, con l’aliquota che si riduce dal 25 al 23% per la parte di reddito eccedente i 15.000. Una mano soprattutto per contribuenti con redditi superiori a 28.000 euro. E delle cartelle abbiamo già detto, con la possibilità di allungare a 120 le rate che oggi possono arrivare a massimo 72. E con, potenzialmente molti debiti che tornerebbero ad essere dovuti all’Amministrazione di origine, sempre che questa li consideri ancora esigibili.
Riassumendo…
- La riforma della riscossione sta per debuttare;
- Insieme alle rate a 10 anni la misura più discussa è la cancellazione delle cartelle non riscosse per 5 anni;
- Il Governo ha chiarito che non si tratterà di un condono per gli evasori.