Alcune cartelle esattoriali verranno azzerate ed altre verranno nuovamente rottamate. Tra provvedimenti praticamente certi e ipotesi che si fanno per eventuali nuove sanatorie, il 2025 rischia di passare agli annali come uno degli anni più importanti in materia cartelle esattoriali. Si parla con insistenza di nuova rottamazione delle cartelle. E questa è l’ipotesi. Ma poi ci sono provvedimenti ormai certi che di fatto alleggeriscono il carico delle cartelle esattoriali tanto per i contribuenti quanto per l’Agenzia delle Entrate Riscossione. provvedimenti che partono dalla riforma della riscossione.
Cartelle esattoriali, cosa cambia da gennaio con discarico e nuova sanatoria?
Da gennaio parte la grande operazione discarico automatico delle cartelle esattoriali. Discarico perché le cartelle verranno cancellate automaticamente da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione ad alcuni contribuenti. Automatico perché non ci sarà bisogno di alcuna domanda da parte degli interessati. Quindi, l’Agenzia delle Entrate Riscossione d’ufficio deciderà quali cartelle saranno cancellate dagli estratti di ruolo.
Una buona novella questa per i contribuenti, anche se non per tutti e soprattutto, non per chi ha stipendio, pensione, beni intestati e qualsiasi altra cosa che l’Agenzia delle Entrate tramite la cartella potrà attaccare.
Infatti la cancellazione d’ufficio delle cartelle esattoriali di un contribuente verrà attivata solo se per 5 anni l’Agenzia delle Entrate Riscossione ha provato invano ad incassare. Con solleciti e notifiche varie. Evidentemente si tratta di debiti per tasse o multe affidate al concessionario alla riscossione introno al 2019. E dal momento che si parla di contribuenti su cui ormai l’Agenzia delle Entrate Riscossione ha perso le speranze di incassare, ecco che le loro cartelle verranno azzerate.
Ecco cosa prevede la cancellazione automatica delle cartelle esattoriali 2025
Cosa significa esattamente discarico delle cartelle esattoriali o cancellazione d’ufficio? Che per il contribuente in questione nel suo estratto di ruolo con l’Agenzia delle Entrate Riscossione spariranno di colpo questi debiti.
La cartella viene annullata dalla banca dati dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Ma il debito da cui nasce viene rispedito al mittente, cioè all’amministrazione o ente da cui è partito. Sarà poi l’amministrazione pubblica che vanta il credito a decidere il da farsi. E ci sono 4 diverse soluzioni:
- Annullamento del debito e quindi conferma dell’impossibilità di incasso come ha detto l’Agenzia delle Entrate Riscossione;
- Tentativo di incasso autonomo da parte dell’ente pubblico se questo trova notizie di solvibilità del contribuente evidentemente sfuggite all’Agenzia delle Entrate Riscossione;
- Tentativo di incasso tramite un altro concessionario diverso dall’Agenzia delle Entrate Riscossione sempre in presenza di sopraggiunti beni o redditi da attaccare a nome di un contribuente;
- Nuovo affidamento all’Agenzia delle Entrate Riscossione per altri due anni di tentativi, sempre alla luce di nuove evidenze sulla solvibilità del contribuente.
La rottamazione delle cartelle versione 2025, come funzionerebbe?
Quanto detto sopra è una cosa ormai certa che partirà con i suoi effetti ad anno nuovo entrato. Poi ci sono alcuni indizi che fanno presagire come alla fine, nonostante al momento non c’è nulla nella legge di Bilancio né tantomeno nel collegato Fiscale (decreto Fisco, ndr), una nuova rottamazione delle cartelle potrebbe arrivare.
Un emendamento prodotto dal Forza Italia infatti parla di nuova rottamazione delle cartelle.
L’idea contenuta nell’emendamento è di riattivare la rottamazione quater a chi nel frattempo era decaduto dal beneficio. E poi di estendere la rottamazione anche a cartelle più recenti rispetto a quelle previste in precedenza. Nello specifico i due punti di intervento sono:
- Riapertura dei termini della rottamazione quater per chi non ha pagato alcune rate ed è decaduto dal beneficio;
- Possibilità di nuova rottamazione per importi passati a ruolo con l’Agenzia delle Entrate Riscossione tra il 1° luglio 2022 ed il 31 dicembre 2023.
Ecco le due proposte e come funzionano
Per il primo caso, riapertura dei termini significa offrire ai decaduto dalla rottamazione quater la possibilità di versare le rate scadute in unica soluzione entro il 31 luglio. Si parla di quelle rate non onorate dal contribuente che aveva aderito entro la fine del mese di giugno 2023 alla rottamazione quater. Aprendo alla possibilità di pagare a rate e sempre con un numero massimo di 16 rate trimestrali.
E sono tanti i contribuenti che nonostante hanno presentato domanda aderendo alla rottamazione quater adesso hanno perso questo diritto per non aver pagato una sola rata entro la sua scadenza comprensiva dei 5 giorni di tolleranza.
Per la seconda proposta invece è quella di estendere ai debiti passati a ruolo entro il 31 dicembre 2023 la possibilità di rottamazione. Questo perché la rottamazione quater prevedeva la possibilità di rottamazione delle cartelle esattoriali solo per quelle passate a ruolo tra il primo gennaio 2000 ed il 30 giugno 2022.