Cosa interessa molto la collettività e cosa toglie il sonno ai contribuenti? Senza dubbio le cartelle esattoriali sono l’argomento che risponde alle due domande prima esposte. Perché avere a che fare con le cartelle esattoriali non è una cosa buona e soprattutto non è una cosa che può essere sottovalutata con superficialità. Parliamo di un titolo esecutivo che dà diritto all’erario di mettere le mani sui conti correnti, sugli stipendi e su alcune proprietà dei contribuenti. Parliamo però di una materia che è oggetto di non poche novità, soprattutto per via del nuovo Decreto Riscossione che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 8 agosto.
Cartelle esattoriali, dopo 5 anni non si pagano e per le nuove, 10 anni di rate, ma con ISEE o no?
Un decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale è un decreto effettivo ed in vigore. Quindi, il decreto legislativo numero 110 del 2024, cioè il cosiddetto Decreto Riscossione può dirsi in pieno funzionamento. E per le cartelle esattoriali due sono le novità più interessanti. E di cui abbiamo parlato sempre durante la fase di lavorazione dell’atto. Una cartella esattoriale se non saldata per tempo può produrre pignoramenti di stipendi e conti correnti, oppure di pensioni o ancora di immobili e così via dicendo. Oppure può portare al fermo amministrativo delle auto, che così diventerebbe praticamente inutilizzabili dai proprietari. Ecco quindi che grazie alle novità del decreto prima citato, qualcosa di meglio si può fare rispetto al semplice pagamento delle cartelle che però non tutti possono permettersi. Soprattutto in soluzione unica.
Addio alle cartelle esattoriali più vecchie e addio debiti, ma dietro si nasconde una sorpresa
Nel decreto ormai in vigore, c’è quel riordino della riscossione che si è reso necessario per via dell elevatissimo numero di ruoli (come vengono chiamate le cartelle in gergo tecnico), che l’Agenzia delle Entrate Riscossione ha da incassare.
La palla passa di nuovo all’ente da cui la cartella esattoriale nasce
Infatti la cartella verrà azzerata, ma il debito tornerà in mano agli enti da cui esso scaturiva. E sarà l’ente a decidere il da farsi. Perché potrà decidere di tornare a cercare di incassare il credito. E seguendo tre vie diverse. Potrà infatti provvedere autonomamente. In questo caso al contribuente potrà arrivare una notifica di pagamento da parte del Comune nel caso di debito relativo a IMU, TASI e così via dicendo. oppure dalla Regione per il bollo auto o dall’Agenzia delle Entrate ordinaria per IRPEF, IMU e così via dicendo. Oppure potrà scegliere la via della riscossione privata, tramite agenzie riconosciute o tramite il ritorno alla riscossione di Agenzia delle Entrate Riscossione.
Rate più lunghe per chi deve rientrare dei debiti
Per i contribuenti in difficoltà economica per le cartelle che non finiscono nel cestino perché vecchie di 5 anni, ecco l’altra grande novità. Infatti dal 2025 ci sarà la possibilità di chiedere la rateizzazione maxi delle cartelle esattoriali. Oggi si possono avere massimo 72 rate mensili o 120 rate ma solo di fronte a gravissime problematiche economiche del contribuente.