Meno raccomandate e più posta elettronica. Dal 2020 lo Stato inizierà a risparmiare anche sui costi di notifica delle raccomandate per cartelle esattoriali, ingiunzioni di pagamento Inps, multe, ecc. La manovra di bilancio contiene infatti istruzioni per far sì che ogni anno più di 30 milioni di missive vengano notificate digitalmente.
Una vera e propria rivoluzione che cambierà radicalmente le abitudini degli italiani. Soprattutto per i casi più frequenti in cui il destinatario risulta assente o altri, al suo posto, firmano per il ritiro della raccomandata.
La piattaforma digitale PagoPa
Si tratta di una via di mezzo fra la pec, utilizzata dalle aziende e dai professionisti, e la casella posta elettronica personale che al momento non ha valore di certificazione. La Piattaforma Digitale sarà disponibile per tutti e consentirà agli enti di notificare in tempo reale e senza possibilità di errore le raccomandate che normalmente vengono recapitate dal portalettere o dal messo notificatore. Verranno quindi risolti i problemi della “compiuta giacenza” e i possibili errori di notifica che spesso portano ad avviare controversie giudiziarie intasando i tribunali.
Come funziona la notifica digitale
Con questo nuovo sistema, il contribuente verrà avvisato, anche via sms e via email, della presenza di atti in giacenza da ritirare entro una certa data senza doversi necessariamente dotare di pec al pari dei titolari di partita iva. Il vantaggio per la pubblica amministrazione sarà duplice: da un lato vi saranno notevoli risparmi di costi di notifica, dall’altro garantirà che la comunicazione andrà a buon fine nel 100% dei casi. I contribuenti, dal canto loro, potranno evitare lunghe ed estenuanti file in Posta o alla Casa Comunale per ritirare le comunicazioni in giacenza per ritirare la documentazione.
Basta difetti di notifica
Grazie alla “piattaforma digitale PagoPa”, quindi, la notifica si intenderà perfezionata al momento dell’apertura della propria casella via pc o smartphone, alla quale si potrà accedere con un PIN personale e una password. Verranno superati tutti i problemi legati ai difetti di notifica che spesso si prestano a contenziosi lunghi ed estenuanti perché per il mittente sarà sufficiente, come prova, l’avvenuto accesso alla comunicazione anche se questa non viene letta. A maggior tutela dei diritti dei destinatari che non consultano con una certa frequenza la piattaforma, è previsto che la notifica scatti ogni due mesi: al 30 aprile per i provvedimenti di gennaio e febbraio, al 30 giugno per quelli di marzo e aprile e così via.
Addio alla carta per le raccomandate
Le tradizionali comunicazioni del portalettere andranno, quindi, a sparire col tempo. Del resto, gli stessi postini riescono a notificare le raccomandate solo nel 31% dei casi quando trovano il destinatario, ma per la maggior parte il lavoro consiste nel lasciare un avviso nella casella postale che spesso viene ignorato e quindi la raccomandata giacente non viene ritirata in Posta proprio perché in alcune realtà metropolitane occorrerebbe molto tempo per farlo. Benchè la legge considera comunque notificata la missiva anche in assenza di firma del destinatario, la “compiuta giacenza” si presta spesso a sollevare vizi di notifica che impediscono, almeno nei tempi, la riscossione da parte degli enti preposti con notevoli danni economici. Il costo di tutte queste operazioni, poi, che vanno dalla stampa del documento alla notifica per finire con la riscossione sono sempre a carico della collettività. C’è poi l’obiettivo ecologico: come si legge nella bozza collegata alla manovra 2020, la riforma “avrebbe anche un rilevante impatto in termini ambientali, attraverso la trasformazione green del processo di notifica, con riduzione di utilizzo della carta stampata e delle conseguenti emissioni di CO2”.