Sulle cartelle esattoriali e sulle sanatorie, sulle rottamazioni e sui vari provvedimenti che da anni si varano, è bene fare attenzione ad alcuni aspetti, senza sottovalutarli. Soprattutto ora che si parla tanto di rottamazione quinquies, diversi contribuenti potrebbero fraintendere ciò che possono e devono fare. Un nostro lettore, infatti, si trova in una situazione condivisa probabilmente da molti altri. La nuova rottamazione quinquies potrebbe aiutarlo, ma solo una volta varata. Rimandare decisioni a volte è rischioso: ci sono contribuenti che, di fatto, non possono permettersi di aspettare.
“Buonasera, volevo un consiglio da parte vostra. Ho diverse cartelle esattoriali e non ho aderito alla precedente rottamazione perché non avevo la salute finanziaria adatta per risolvere finalmente la situazione.
Adesso va meglio, e quindi alla prossima rottamazione quinquies, come si chiama adesso, aderirò senza dubbio. Però ieri mi è arrivato il preavviso di fermo amministrativo della mia auto. Cosa devo fare? Lascio stare tutto e aspetto che parta la rottamazione? Posso sospendere il fermo promettendo di aderire alla nuova rottamazione delle cartelle?”
Cartelle esattoriali, la nuova rottamazione arriva ma c’è chi deve risolvere diversamente
Aspettare che parta la nuova rottamazione delle cartelle può essere un’opzione solo per chi non si trovi già con azioni esecutive in corso o in procinto di essere avviate. Su questo punto non ci sono dubbi, dato che, per quanto sembri vicina la nuova rottamazione, siamo ancora in una fase embrionale, con una semplice proposta di legge che deve essere ancora valutata.
La nuova rottamazione delle cartelle esattoriali sarà migliore della precedente. Perché si parla di 120 rate mensili, senza maxi rate iniziali e senza decadenza alla prima rata non pagata.
Inoltre, dovrebbero rientrare anche le cartelle più recenti, cioè fino al 31 dicembre 2023, mentre la precedente si fermava al 30 giugno 2022.
La rottamazione delle cartelle esattoriali deve ancora arrivare, illudersi adesso può essere deleterio
Detto ciò, è doveroso sottolineare che utilizziamo il condizionale appositamente, perché niente è ancora certo. Di conseguenza, chi ha subito un fermo amministrativo, un pignoramento dello stipendio, del conto corrente o della pensione, o chi ha ricevuto preavvisi di fermo o altre procedure di esecuzione forzata, non può semplicemente stare ad aspettare.
E allora, che deve fare chi spera con ansia nella nuova rottamazione ma ha già procedure esecutive in corso? Il suggerimento è di utilizzare i canali classici, ossia pagare la cartella, se si può. Oppure richiedere una rateizzazione ordinaria, che dal 2025 è diventata più vantaggiosa perché può arrivare fino a 84 rate, invece delle precedenti 72. In questo modo, si bloccano le procedure di esecuzione forzata che, altrimenti, continuerebbero il loro iter. Non è infatti possibile andare all’Agenzia delle Entrate Riscossione e promettere di saldare tutto con una rottamazione quinquies che, al momento, è tutt’altro che certa.
Fermo amministrativo per cartelle esattoriali, ecco la differenza tra preavviso e fermo vero e proprio
Nello specifico del nostro lettore, che ha ricevuto il preavviso di fermo amministrativo, occorre precisare che solo con la richiesta di rateizzazione o il pagamento si può bloccare l’applicazione del fermo vero e proprio.
Infatti, siamo ancora allo stadio di preavviso, non alla registrazione effettiva del provvedimento. Se il fermo fosse già stato applicato, nemmeno la rateizzazione riuscirebbe a limitarne gli effetti. È fondamentale sapere che un veicolo su cui è iscritto il fermo amministrativo al PRA (Pubblico Registro Automobilistico) non può essere venduto, rottamato o esportato fino al pagamento completo del debito che lo ha originato.
Come riporta il sito dell’ACI (Automobile Club Italia), “il fermo amministrativo può essere sospeso se il contribuente ottiene un piano di rateizzazione e paga la prima rata”. Ma si tratta di sospensione, non di cancellazione del fermo, quest’ultima infatti è disposta solo dopo l’avvenuto pagamento integrale.
Sospendere il fermo non vuol dire che sia stato revocato
In pratica, se il fermo non è stato ancora applicato, pagando la cartella o chiedendo la rateizzazione, l’auto resta “libera” prima ancora che scatti il blocco effettivo. Se invece il fermo è già attivo, la rateizzazione o la rottamazione delle cartelle esattoriali servono solo a congelare il provvedimento, senza tuttavia revocarlo.
La revoca definitiva arriva soltanto al saldo totale del debito. Ciò significa che, sebbene l’auto torni utilizzabile (fermando gli effetti del provvedimento), rimarrà comunque la “macchia” al PRA, impedendo vendita o rottamazione del veicolo. Salvo che si tratti di un veicolo inservibile, ad esempio incidentato gravemente, circostanza per cui sono necessari verbali e dichiarazioni delle Forze dell’Ordine che attestino lo stato del mezzo.