Cartelle esattoriali, niente nuova rottamazione ma per i contribuenti il 2025 porta buone notizie lo stesso

Cartelle esattoriali, niente nuova rottamazione ma per i contribuenti il 2025 porta buone notizie lo stesso per via della riforma approvata.
1
1 mese fa
4 minuti di lettura
Cartelle esattoriali, niente nuova rottamazione ma per i contribuenti il 2025 porta buone notizie lo stesso per via della riforma approvata.
Foto © Licenza Creative Commons

Tra i vari emendamenti alla legge di Bilancio, che adesso si trova in Parlamento per la sua approvazione definitiva, ce ne sono diversi che riguardano le cartelle esattoriali. L’argomento, manco a dirlo, è la rottamazione quinquies: una nuova rottamazione delle cartelle che, come ci dimostra il quesito del nostro lettore riportato di seguito, era un provvedimento molto atteso. Però pare che non se ne farà nulla, con la Commissione Bilancio che ha già respinto l’emendamento a firma leghista che proponeva una nuova sanatoria delle cartelle.

Niente nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, quindi, ma nel 2025 alcune nuove iniziative, già definite, favoriranno comunque i contribuenti.

“Buongiorno, gentili esperti di redazione. Volevo chiedervi qualcosa sulle cartelle esattoriali. Sono un contribuente pesantemente indebitato con l’Agenzia delle Entrate Riscossione. Lo scorso anno ho aderito alla rottamazione quater, ma ho pagato solo le rate di ottobre e novembre 2023 e poi basta. Adesso sono decaduto dalla rottamazione. Ho letto con interesse di una probabile nuova rottamazione per la legge di Bilancio, con annessa nuova possibilità per noi decaduti. Anzi, la nuova rottamazione, per come ho capito funzionerebbe, mi consentirebbe di inserire anche le cartelle più nuove, perché nel frattempo nel mio estratto di ruolo sono comparse altre cartelle che non avevo inserito nella precedente rottamazione. Mi confermate che presto potrò aderire a una nuova sanatoria delle cartelle esattoriali?”

Cartelle esattoriali, niente nuova rottamazione ma per i contribuenti il 2025 porta buone notizie lo stesso

La rottamazione quinquies di cui si è parlato negli ultimi giorni nasce dal fatto che ci sono degli emendamenti depositati per la nuova legge di Bilancio che prevedono una nuova sanatoria delle cartelle esattoriali. Un emendamento con primo firmatario l’onorevole Alberto Luigi Gusmeroli, però, pare sia stato respinto dalla Commissione Bilancio di Montecitorio. La proposta era di una nuova rottamazione delle cartelle e si basava su:

  • riapertura dei termini per il pagamento agevolato dei decaduti dalla rottamazione quater;
  • estensione delle cartelle da rottamare fino al 31 dicembre 2023;
  • domande da presentare entro il 31 luglio 2025;
  • pagamento in unica soluzione o a rate, come la precedente rottamazione quater.

In sostanza, una vera e propria nuova rottamazione delle cartelle, con i debiti rottamabili che passavano da quelli affidati alla riscossione forzosa entro il 30 giugno 2022 a quelli affidati alla stessa riscossione fino al 31 dicembre 2023.

E poi, ancora nuove rate da sfruttare, nuovi tagli su aggi, sanzioni e interessi per ritardata iscrizione a ruolo. E riapertura della possibilità anche per i decaduti dalla precedente rottamazione.

Rottamazione cartelle esattoriali, perché sì e perché no

Concedere una rottamazione delle cartelle ha un vantaggio sia per lo Stato che per i contribuenti. Questo è ciò che in genere spinge un governo a varare questo genere di sanatoria. Da un lato, infatti, i legislatori pensano che grazie alla rottamazione i contribuenti siano persuasi al pagamento che altrimenti resterebbe appeso alla semplice volontà o possibilità di qualcuno di onorare questi debiti.

Con debiti ridotti e con la possibilità di sanare il tutto a rate, secondo i legislatori i contribuenti potrebbero più facilmente pagare queste cartelle. E se è evidente il vantaggio degli indebitati, lo è altrettanto quello dello Stato, che mira a fare cassa quanto più possibile, mettendo a bilancio cifre spesso elevate di probabili incassi con queste sanatorie.

Il problema è che, prevedendo sconti e tagli dei debiti, il gettito per lo Stato si riduce e soprattutto si spalma negli anni. Di conseguenza, pare sia questo il motivo della bocciatura dell’emendamento: ovvero la mancata indicazione delle coperture finanziarie di questo mancato gettito. Addio quindi ad ogni ipotesi di nuova rottamazione delle cartelle?

A dire il vero, la speranza non è ancora del tutto cessata e non lo sarà fino alla pubblicazione del testo definitivo della manovra.

Ma una cosa va detta: a prescindere dalla nuova rottamazione o da qualsiasi altro provvedimento di condono o sanatoria, per i contribuenti il 2025 non lesinerà novità positive per fare pace con le cartelle esattoriali. O almeno per molte di esse.

Cancellazione automatica delle cartelle esattoriali nel 2025

In primo luogo, dal mese di gennaio 2025 parte la cancellazione automatica delle cartelle esattoriali, con quel discarico automatico di cui ormai si parla da tempo. Molte delle cartelle che, secondo l’Agenzia delle Entrate Riscossione, ormai è inutile provare a incassare perché sono 5 anni che i tentativi vanno a vuoto, verranno scaricate automaticamente dagli estratti di ruolo di questi contribuenti. Cartelle più vecchie di 5 anni annullate senza alcuna necessità di presentare domanda da parte di questi contribuenti.

Addio a tante cartelle, quindi, anche se si tratta di un provvedimento che probabilmente agevolerà solo chi effettivamente è nelle condizioni di non poter pagare. E di non essere nemmeno attaccabile da procedure di esecuzione forzata da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Rateizzazioni ordinarie, ecco la soluzione allo stop della rottamazione quinquies

Ben più interessante per la generalità dei contribuenti, e quindi anche per il nostro lettore, è la rateizzazione ordinaria che fuoriesce dalla riforma della riscossione in vigore nel 2025. Infatti, la rateizzazione ordinaria passa da un massimo di 72 rate a un massimo di 84 rate, e sarà così per il biennio 2025-2026. Per poi salire nel biennio successivo a 96 rate. E poi a 108 per il biennio ancora dopo, e a 120 a regime dopo il 2031.

Se oggi 120 rate mensili e 10 anni di rateizzazione sono appannaggio solo di chi ha documentate carenze economiche e reddituali, presto saranno utili a tutti in maniera ordinaria. Il piano di rateazione ordinario, per certi versi, è anche meglio della rottamazione. Sia perché evidentemente le rate sono più lunghe e meno onerose, essendo mensili e non trimestrali.

Ma anche perché con i piani di rateizzazione ordinari la decadenza è meno rigida.

Si perde, infatti, il diritto alla rateizzazione solo dopo 8 rate anche non consecutive saltate dai contribuenti. Con la rottamazione, invece, basta anche una sola rata ed è addio piano. Evidentemente la rateizzazione ordinaria è vista meglio dai tecnici dello Stato rispetto alla rottamazione delle cartelle.

Va detto che la rateizzazione ordinaria non taglia i debiti, ma li aumenta perché vengono caricati gli interessi legali. E questo per lo Stato rappresenta un utile in più e non in meno come invece per la rottamazione delle cartelle.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

1 Comment

  1. Chi ha già rateizzato delle cartelle può chiedere a 72 rate mensili oppure a rate trimestrali, potrà chiedere una rateizzazione più ampia per il debito residuo?

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Pensioni 2025: ecco chi va in pensione l’anno prossimo senza alcun dubbio 
Articolo precedente

Nati fino al 1963 in pensione subito nel 2025, ecco come evitare tagli di assegno

pensione anticipata
Articolo seguente

Conviene andare in pensione anticipata? E quali sono le conseguenze sull’economia?