Cartelle esattoriali, ecco quelle che non si pagano più perché prescritte in 3 anni

La prescrizione delle cartelle esattoriali varia in base al debito da cui essa scaturisce, ma come funzionano le regole da applicare?
1 anno fa
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cartelle
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Aderire alla rottamazione delle cartelle per pagare di meno e mettersi in regola con debiti di varia natura con gli Enti pubblici è una possibilità aperta ancora fino al 30 giugno 2023. Ma se vi dicessimo che ci sono cartelle che forse non vanno pagate per niente? Infatti esiste l’istituto della prescrizione che può consentire a chi ha dei debiti di questo genere, di non pagare nulla. Il che rende la soluzione migliore e più vantaggiosa rispetto alla rottamazione. Perché è vero che con la rottamazione quater i contribuenti possono ottenere dilazioni di pagamento e sconti, ma con la prescrizione i debiti verrebbero cancellati perché non dovuti.

E alcuni debiti come vedremo, si prescrivono in soli 3 anni. Controllare la natura del proprio debito, le varie notifiche ricevute e le date delle cartelle diventa fondamentale.

“Salve, stavo verificando la mia situazione debitoria per la mia domanda di rottamazione delle cartelle. Ne ho diverse e qualcuna che contemporaneamente riguarda di diversi debiti di natura tributaria e non. Mi chiedevo come posso controllare se qualche mio debito è scaduto e si è prescritto? Come funziona la prescrizione delle cartelle esattoriali? Quali si prescrivono i 3 anni”

La cartella esattoriale diversa dal debito originario, ma non per la prescrizione

La prescrizione come tutti sanno è quell’istituto che altro non è che la scadenza di un determinato credito che un ente per esempio vanta nei confronti di un contribuente. Scadenza significa il termine ultimo entro cui questo credito può essere ancora vantato. In generale vige la regola non scritta che la cartella si prescrive entro gli stessi termini del debito da cui essa scaturisce. Se una tassa si prescrive in 5 anni, anche l’eventuale cartella esattoriale relativa a questa tassa si prescrive in 5 anni. Il problema principale da capire quindi è la prescrizione del debito.

Perché se una cartella ha al suo interno diverse tipologie di debito nei confronti di un Ente Pubblico, è evidente che potrebbe esserci una parte di questa cartella non dovuta.

Ecco che il controllo è necessario, a maggior ragione per chi ha intenzione di inserire nella rottamazione proprio questa cartella con più “balzelli” evasi dentro. Perché potrebbero esserci scadenze e prescrizioni differenti da debito a debito.

Come funziona l’istituto della prescrizione delle cartelle esattoriali e cosa cambia da debito a debito

Non essendoci regola scritta sulla prescrizione di una cartella esattoriale, è la giurisprudenza a chiarire gli aspetti di questo istituto. Spesso ci sono state sentenze che hanno sottolineato in 5 anni la scadenza delle cartelle. Ma ripetiamo che in linea di massima grazie all’orientamento maggiore dei Giudici, la prescrizione di una cartella esattoriale segue la prescrizione del debito originario. Ci sono debiti che scadono i  3 anni, altri che si prescrivono in 5 anni ed altri ancora che hanno una prescrizione decennale.

Da tassa a tassa cambia la prescrizione

Detto ciò, seppur c’è stato qualche isolato precedente in cui la Cassazione ha detto che tutte le cartelle esattoriali si prescrivono in cinque anni, indipendentemente dal tipo di importo in esse preteso, resta maggioritaria la tesi citata in precedenza, quella cioè dell’utilizzo degli stessi termini di prescrizione del relativo tributo. Per esempio IVA, IRPEF, Imposta di bollo, Imposte catastali ed ipotecarie, Canone Rai e IRES, che sono tipiche imposte statali, si prescrivono in 5 anni.

Il Bollo Auto, ovvero la tassa di proprietà dei veicoli a motore, è una tassa regionale. Infatti è dovuta alla Regione di residenza del contribuente. E si prescrive in 3 anni. Anche le altre tasse locali, quelle per esempio dovute al Comune e che possono essere l’IMU, la TARI o la TASI, si prescrivono entro il termine dei 5 anni. Stessa prescrizione per multe amministrative, civili e penali, come quelle per infrazioni al Codice della Strada o per l’omesso versamento di contributi INPS o INAIL.

Occhio alle date delle notifiche

Entrando nel dettaglio di questa prescrizione, solo il bollo auto scade in 3 anni e di conseguenza anche la sua cartella esattoriale segue questa scadenza. Per il bollo auto la prescrizione della cartella decorre dalla notifica da parte della Regione. Se il contribuente a partire dalla data di questa notifica non riceve più nulla, il debito è prescritto. Lo stesso accade per i debiti a scadenza quinquennale. Ma la cancellazione della cartella o del debito, non è automatica. Ecco perché nell’estratto di ruolo questi debiti di un contribuente compaiono tutti.

Il beneficio della prescrizione deve essere richiesto dal contribuente interessato. Bisogna presentare ricorso alla TAR per godere della prescrizione. E si può fare da soli, senza avvocati. Oltretutto per cartelle e debiti sotto i 3.000 euro non prevede costi. A dire il vero la legge sostiene che la prescrizione debba essere automatica. Ma se l’esattore non provvede da solo, ecco che la via del ricorso è l’unica perseguibile.

 

 

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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