Cartelle esattoriali, novità 2024, addio cartelle e pignoramenti più facili

Cartelle esattoriali, dal 2024 cambia la riscossione, addio cartelle e pignoramenti più facili per tutti i contribuenti.
2 anni fa
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Mentre l’attenzione di tutti quelli che hanno problemi con le cartelle esattoriali è legata alla tregua fiscale, alla rottamazione delle cartelle e allo stralcio, la riforma fiscale rischia di rivoluzionare tutto di nuovo. Nella bozza del decreto di riforma del Fisco infatti non mancano le novità riguardo alle cartelle esattoriali. La riscossione, che dal 2017 è passata a una branca interna dell’Agenzia delle Entrate (prima era affidata a Equitalia), rischia di cambiare di nuovo. Anzi, è assai probabile un nuovo cambiamento. E come sempre, per qualche contribuente il cambiamento che è allo studio non è positivo.

E per questo che chi ha ancora dei dubbi sull’adesione o meno alla rottamazione, o ha il dubbio se sfruttare o meno qualche vantaggio della sanatoria offerta dal governo Meloni, potrebbe trovare conveniente mettersi in regola subito. Perché pare che tra i cambiamenti ci siano anche quelli relativi ai pignoramenti, che sono argomento che con la riscossione hanno come sempre un filo diretto.

“Buonasera, volevo chiedervi se voi avete qualche cosa da suggerirmi riguardo alla mia idea di aderire alla definizione agevolata delle cartelle del Governo. Ho circa 9.000 euro di debiti, e da qualche giorno ho ricevuto il preavviso di fermo amministrativo per la mia auto. Volevo chiedervi se secondo voi con 9.000 euro di debito sarebbe opportuno che aderissi alla rottamazione, visto che se adesso mi hanno minacciato di fermarmi l’auto, ho paura che presto passeranno a sequestrarmi lo stipendio in banca.”

Cartelle esattoriali, dal 2024 cambia la riscossione

Entro fine aprile i contribuenti che hanno cartelle esattoriali potranno passare alla domanda di adesione alla rottamazione delle cartelle esattoriali. Infatti la cosiddetta definizione agevolata delle cartelle ha la sua procedura già attiva sul sito istituzionale dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. E come ci piace sempre ribadire, sia in area libera e quindi per tutti i contribuenti, che in area riservata ai possessori di SPID, CIE o CNS.

E probabilmente, aderire adesso è la scelta più saggia. Mettersi in regola oggi, potrebbe essere profondamente conveniente visto che probabilmente presto si abbatterà sulle cartelle una vera e propria rivoluzione.

La riforma della riscossione, o meglio, ciò che la riforma del Fisco produrrà è più di una rivoluzione. Nella bozza della delega fiscale infatti viene inserita più di qualche novità che riguarda proprio le cartelle esattoriali. Si parla infatti di superare il ruolo, cioè di superare la cartella esattoriale “per il recupero coattivo dei crediti da parte dell’agente della riscossione”. Che significa tutto ciò? Che si passerà presto ad azioni cautelari ed esecutive più veloci di oggi. E per i contribuenti questa non è certo una bella notizia.

Tutti i punti deboli della riscossione che spingono al cambio di passo

La riscossione è stata sempre etichettata di essere piuttosto lenta e complicata per quanto riguarda il nostro sistema. A fronte di percentuali minime di incasso dei crediti degli enti affidati all’Agente delle riscossione, da sempre si affiancano lungaggini burocratiche e un magazzino insoluti che ha ingessato le operazioni prima di Equitalia e adesso di Agenzia delle Entrate Riscossione. Correre ai ripari adesso è la soluzione individuata dal legislatore, almeno al momento, visto il contenuto della bozza della riforma Fiscale che resta argomento caldissimo. Infatti la rottamazione prima citata che è ormai alla quarta edizione, in aggiunta al vecchio saldo e stralcio o alle nuove cancellazioni e stralcio delle cartelle, dimostra come qualcosa non funziona.

Se oggi alcune cartelle verranno cancellate automaticamente dal Fisco italiano, perché troppo vecchie (cartelle dal 2000 al 2015), di piccolo importo e potenzialmente inesigibili, significa che la riscossione negli anni ha funzionato poco e male. Con la rottamazione si offrono sconti purché qualcuno pensi di fare il “bravo” e paghi. Altro segno indelebile che qualcosa non va.

Ed ecco che si arriva a ciò che stabilisce la riforma Fiscale con il suo articolo n°18.

Cosa cambia in concreto per la riscossione delle cartelle esattoriali

Con la riforma si passa a una pianificazione che da pluriennale passa ad annuale. Ogni anno quindi il MEF (Ministero Economia e Finanza) passerà a concordare gli obbiettivi da raggiungere con la riscossione. Ogni 5 anni saranno rivisti, per codice fiscale, i crediti vantati. Un raggruppamento per contribuente che renderà più semplice la riscossione. E ogni 5 anni pulizia delle quote non riscosse, salvo quelle già oggetto di procedure esecutive.

In pratica sarà alleggerito il carico della riscossione, con i crediti non incassati che tornano all’ente, che può se vuole, scegliere il nuovo affidamento per ulteriori 5 anni. Nasce anche il “principio della salvaguardia del diritto di credito”. Entro 9 mesi dalla data di affidamento al concessionario, la cartella andrà tempestivamente notificata al debitore. Un prima passo che porterà al superamento della cartella di pagamento con un più sollecito avvio delle azioni cautelari ed esecutive, sulla base di atti già notificati dagli enti creditori.

Cartelle, pignoramenti fast

Pignoramenti più facili con la riforma fiscale, perché si darà manforte a una norma che a dire il vero già esiste, ma limitata da problematiche burocratiche gravi. Il Decreto del Presidente della Repubblica n° 603 del 1973, al suo articolo 72 bis consente il pignoramento presso terzi operato dall’Agenzia delle Entrate Riscossione anche senza passare preventivamente da un giudice dell’esecuzione per procedere all’espropriazione forzata. Quindi per la riscossione si può procedere a un pignoramento, senza dover richiedere e attendere l’autorizzazione del giudice dell’esecuzione.

Il problema è che alla fine dei conti le banche hanno l’obbligo di comunicare i dati ad Agenzia delle Entrate Riscossione, solo annualmente. Significa che l’agente non può sapere in tempo reale i soldi in banca di un contribuente. Una cosa questa che la riforma del fisco potrebbe correggere, favorendo l’accesso a questi dati da parte del fisco, e in tempo reale.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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