Continua a suscitare interesse la sentenza con cui la Corte di Cassazione (ordinanza n. 28072/2019) ha dichiarato di fatto nulle diverse cartelle esattoriali condonando molte posizioni pendenti nei confronti della PA. Ci occupiamo più da vicino del dispositivo per comprenderne la portata visto che, a distanza di mesi, continuiamo a ricevere richieste di consulenza su questo argomento.
Ne avevamo parlato anche qui.
L’ipoteca non costituisce titolo per l’esecuzione forzata
L’effetto principale della sentenza in esame è quello di negare al Fisco la possibilità di agire per espropriazione anche a seguito di iscrizione di ipoteca.
Peraltro, come si specifica nella sentenza, la notifica dell’intimazione deve dar seguito al procedimento entro un anno. Passato questo termine l’intimazione cade in prescrizione.
Saldo e stralcio: che cosa ci rientra e che cosa resta escluso
Fino ad un debito di mille euro i contribuenti hanno diritto al saldo e stralcio. Questa la posizione degli ermellini. Chiaramente sono esclusi dallo stralcio i costi di recupero e gli interessi di mora applicati dall’Agenzia di Riscossione. Rientrano in questa previsione i ruoli iscritti tra il 1° gennaio 2000 ed il 31 dicembre 2010 (capitale, sanzioni e interessi). Per quanto concerne l’importo va specificato che la soglia di mille euro si riferisce alla singola posizione debitoria. Non è detto, dunque, che una cartella superiore a 1000 euro non vi rientri. Se questa si compone di più singole posizioni debitorie di importo inferiore, il debitore potrebbe ottenere l’annullamento dell’intera cartella.