Casa assegnata all’ex coniuge, ecco quando il proprietario rischia di perderla per usucapione

Quando il legittimo proprietario di una casa rischia di perderla per usucapione dopo l'assegnazione dell'immobile all'ex coniuge.
1 anno fa
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usucapione
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Quando una famiglia si divide, cioè quando marito e moglie si separano, sorgono innumerevoli problematiche. Soprattutto quando si finisce dinnanzi al Giudice. Alimenti, mantenimento, assegnazione della casa coniugale, figli. Questi gli argomenti classici di una separazione o di un divorzio. Nella stragrande maggioranza dei casi, i figli e la casa abitazione del nucleo familiare vengono assegnati alla parte debole della famiglia, che quasi sempre coincide con la moglie. Anche la casa, pur se di proprietà esclusiva del marito, spesso è assegnata alla moglie.

Che ha il diritto di abitarla come fosse sua per tutta la durata dell’assegnazione o fino al verificarsi di determinati eventi (un nuovo matrimonio per esempio).

Ma proprio sulla casa c’è chi si chiede se alla fine dell’assegnazione, sfruttando magari l’istituto dell’usucapione, la casa coniugale di proprietà del coniuge non assegnatario, finisca con il diventare di proprietà dell’altro coniuge.

“Buonasera, sono Rodolfo e ho un problema relativo alla mia sentenza di divorzio con la mia ex moglie. Siamo divorziati da 5 anni, io passo gli alimenti per lei e per i miei due figli di 8 e 10 anni. Inoltre, la casa dove vivevamo insieme è stata assegnata dal Giudice alla mia ex. Da due anni vivo a Londra dove ho trovato nuovo lavoro. Mi chiedevo se rischio di perdere la casa che è solo mia come proprietà se passano 20 anni e la mia ex rivendica l’usucapione.”

Casa assegnata all’ex coniuge, ecco quando il proprietario rischia di perderla per usucapione

L’usucapione è un istituto giuridico che permette di acquisire la proprietà di un bene senza compravendita, senza atto notarile e con il solo utilizzo del bene per un determinato periodo. Per il solo possesso continuativo del bene, se questo si sviluppa per almeno 20 anni, una persona può diventare, a tutti gli effetti di legge, nuovo proprietario del bene.

Terreni e fabbricati spesso finiscono dentro il meccanismo dell’usucapione. Naturalmente non significa che chi ha il materiale possesso del bene per 20 anni, diventerà automaticamente proprietario del bene. Perché serve altro.

Usucapione di una casa, come si arriva al cambio di proprietà?

Innanzi tutto è il possessore non proprietario che, al verificarsi delle condizioni utili, presenta istanza di usucapione. Inoltre, il possesso del bene deve essere ininterrotto per almeno 20 anni, pacifico e pure pubblico. In altri termini, il possesso del bene non deve essere fatto di nascosto agli altri e non deve derivare da un atto di forza del possessore nei confronti del proprietario. Vivere una casa senza farsi vedere da nessuno, oppure barricarsi dentro anche se il legittimo proprietario non vuole, non rientrano nei casi di possesso pubblico e pacifico del bene. Inoltre, serve che il proprietario del bene non abbia mai preteso la restituzione dello stesso. Naturalmente la rivendicazione del bene del legittimo proprietario non deve avvenire verbalmente o con una diffida. Serve un atto giudiziario vero e proprio.

Occhio alla scadenza dell’assegnazione della casa all’ex coniuge, si rischia l’usucapione

Affinché l’usucapione si materializzi, il possessore deve anche dimostrare di aver fatto tutto pubblicamente. Comprese alcune modifiche sull’immobile che, senza l’autorizzazione del proprietario, non avrebbe potuto fare. Per esempio il cambio di serratura piuttosto che alcune opere di modifica dell’immobile. Passando al quesito del nostro lettore, il fatto che la casa ex coniugale sia stata assegnata all’ex coniuge da un Giudice, non dà diritto all’usucapione per chi ha il possesso fisico della casa stessa. Perché è evidente che in forza a una ordinanza del giudice, il legittimo proprietario ed ex marito dell’assegnataria non può mai rivendicare il diritto sull’immobile. Questo a meno che i 20 anni decorrano dopo la fine dell’assegnazione.

Infatti l’assegnazione della casa coniugale può cessare per diverse ragioni. Per esempio se l’ex coniuge cessa di vivere nell’immobile assegnato, oppure se sono i figli a trasferirsi in pianta stabile in un altro immobile. Al venire meno dell’assegnazione della casa all’ex coniuge, se quest’ultimo continua ad abitare e usare l’immobile come prima, e se decorrono 20 anni dalla cessazione dell’assegnazione, l’usucapione si può materializzare.

 

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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